(ASI) Mario Adinolfi, co-fondatore con Simone Di Stefano di Alternativa per l’Italia (APLI) di cui sarà capolista al Senato, interviene nel dibattito sulla formazione delle liste del Pd: “Sono stato membro della direzione nazionale e deputato del Pd, conosco quelle dinamiche a menadito. Enrico Letta lo conosco poi dagli Anni Ottanta, dai tempi del Movimento Giovanile Dc.
Ormai lo chiamo Edmond Dantès, lui che si rifugiò a Parigi sa bene che è il vero nome del Conte di Montecristo. Letta non ha fatto le liste, ha completato la sua rivalsa. Ha fatto fuori renziani, popolari, rutelliani come Lotti, Gasbarra, Valeriani per godersi la sua vendetta contro chi gli tolse la campanellina di presidente del Consiglio nel 2014, per premiare i vari Zingaretti, Morassut e addirittura Zan. I cattolici ora capiranno che abiura valoriale sui temi della vita e della famiglia abbia compiuto il ‘cattolico’ segretario del Pd, che ne ha completato per istinto puramente vendicativo la regressione ai tempi del Pds. Non a caso i ‘dalemiani’ Mancini e Orfini sono premiati con capolisture come i veltroniani già citati. Divertente poi la sceneggiata di Monica Cirinnà che racconta meglio di tutto come nel Pd non ci siano idealità, ma solo posti e privilegi a interessare la classe dirigente. Noi di Alternativa per l’Italia siamo tutti candidati in collegi uninominali in cui i sondaggi ci danno perdenti, ma per le nostre idee noi ci battiamo. Non per consumare vendette. Letta non è interessato neanche a vincere le elezioni, il conte di Montecristo voleva solo derenzizzare il partito e lettizzarlo. Decapitando Lotti&C. si sarà tolto la sua soddisfazione. Gli italiani però da oggi sanno ancora meglio di che pasta è fatto il Pd”.