(ASI) "Il testo di riforma costituzionale sul pareggio di bilancio che stiamo approvando ha superato una prima importante prova di resistenza agli eventi mutati e al tempo, che deve costituire caratteristica essenziale a una norma costituzionale.
Si tratta di una riforma che comporterà una modificazione profonda del modo di essere e del grado di responsabilità delle classi dirigenti di domani e del futuro più lontano". Lo ha detto intervenendo in aula il senatore del Pd Giovanni Legnini. "C'è stato - ha proseguito Legnini - chi ha negato in radice l'opportunità di introdurre in Costituzione il pareggio di bilancio, muovendo dalla considerazione che si sarebbe negata la possibilità di utilizzare la leva del bilancio pubblico per contrastare le congiunture economiche negative e per disporre misure redistributive. Per me non è così, questa riforma non costituisce la negazione della teoria kenesiana del 'deficit spending', ma semmai consente di tornare all'origine di tale teoria, che non prevedeva deficit pubblici perpetui, ma al contrario contemplava che nelle fasi congiunturali positive si devono accantonare riserve da spendere nelle fasi negative. Questa riforma ci dice che la regola è il pareggio e che si può sforare solo in presenza di eventi eccezionali: gravi recessioni economiche, crisi finanziarie, gravi calamità naturali, prevedendo indebitamento solo sulla base di un preciso piano di rientro. Per dare attuazione alle nuove previsioni costituzionali si cono fattori politici e culturali da cambiare. La qualità dell'azione di Governo non è più, e non sarà più, commisurata alla quantità della spesa, ma all'utilizzo efficiente delle risorse, anche in funzione redistributiva, di promozione dell'equità e della giustizia sociale, e alla necessità di non spingere sempre più in alto la pressione fiscale. Sulla capacità di affrontare la sfida di coniugare l'equilibrio del bilancio corrente, gli eventi eccezionali che eventualmente incontreremo nel futuro e la contestuale riduzione graduale dell'enorme debito pubblico accumulato - ha concluso Legnini - si misurerà la qualità delle classi dirigenti del futuro".