(ASI) “Aprire alle carriere alias nelle scuole non è affatto una forzatura e non confonderà nessun studente: dare la possibilità di chiedere il cambiamento del proprio nome nei documenti scolastici, se uno studente o una studentessa ha intrapreso un percorso di transizione di genere, equivale semplicemente a recepire nella scuola qualcosa che nella società già esiste e che non va ostacolata con atteggiamenti e mentalità gretta.
È un atto di rispetto verso percorsi che alcune persone iscritte alla scuola secondaria superiore hanno intrapreso in accordo con genitori, personale medico e di supporto. Compito della scuola è anche creare il clima sereno in cui l’individualità possa esprimersi liberamente, nel rispetto degli altri ma senza negate ciò che si è. Forse il sottosegretario Sasso non conosce bene né i contenuti della carriera Alias né le procedure per accedervi e sta affrontando i problema con approccio poco centrato al benessere psicofisico dello studente e della studentessa ma più in una logica di consenso elettorale che dovrebbe restare estraneo alla scuola” . Così Laura Scalfi, direttrice generale dell’Istituto G. Veronesi e del Liceo Steam International, risponde al sottosegretario all’Istruzione Roberto Sasso, che incontrando i rappresentanti delle associazioni delle famiglie si era detto preoccupato per i ripetuti tentativi di infiltrazione nelle scuole delle ideologie gender.
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