“Il testo però contiene una norma negativa e grave che vanifica l’effetto di tutto quanto fatto, per questo va superata”.
Per le Organizzazioni Sindacali è sbagliato aver lasciato, nel testo approvato al Senato della Repubblica ed ora all’esame della Camera dei deputati, la facoltà di inserire le clausole sociali nei bandi di gara, quando il Codice dei Contratti (art. 50) vigente ne prevede l'obbligo.
L’applicazione di questa modifica, se confermata, mette in discussione la tutela occupazionale negli appalti di servizi costituendo un incomprensibile passo indietro di sei anni, che avrà ricadute pesantissime per il milione di lavoratrici e lavoratori che operano negli appalti di servizi ad alta intensità di manodopera, lavoratori “deboli”, per la maggioranza donne, con part time spesso involontario e a poche ore settimanali.
Non è ammissibile che il decisore politico, con la “giustificazione” della semplificazione, depotenzi regole importanti e liberalizzi a danno delle lavoratrici e dei lavoratori e nell’interesse delle imprese.
Filcams, Fisascat, Uiltucs e Uiltrasporti saranno impegnate a mettere in campo tutte le iniziative volte a presidiare i risultati raggiunti nell'assetto normativo attuale, a partire dalla conferma dell'obbligo di inserimento della clausola sociale negli appalti ad alta intensità di manodopera.
Nei prossimi giorni il testo approderà alla Camera.
"La nostra richiesta – dichiarano le OO.SS. – è che la Camera ci ascolti e ripristini l'obbligo dell'inserimento delle clausole sociali nei bandi, solo cosi si può impedire che ogni cambio di appalto si trasformi in perdita di posti di lavoro e di reddito per centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori occupati in servizi essenziali di pubblica utilità per il settore sanitario, per le scuole e più in generale per la collettività”.