(ASI) "Oggi stanno brillando le armi e non c'è spazio per gli accordi commerciali. Purtroppo la preoccupazione del mondo produttivo esiste. Quando finirà questa guerra la diplomazia commerciale riprenderà i suoi passi. Il discorso da fare però è un altro.
La guerra in Ucraina dimostra che quell'utopia che ha indotto l'Europa e l'Italia a produrre sempre di meno, a diventare una gigantesca piattaforma terziaria di meri consumatori, a essere più dipendente dall'Asia perché lì la manodopera costa meno, si è dimostrata fallimentare.
La re industrializzazione dell’Italia e dell’Europa deve essere il nuovo obiettivo è questa folle politica deve cessare. Dobbiamo ricominciare a produrre al giusto costo, in sintonia con le conquiste sociali e sindacali ottenute nei secoli e non fare i furbi e alimentare lo sfruttamento cinese di lavoro minorile o di produzione in fanno dell’ambiente. Un altro esempio: in Basilicata perché dobbiamo condividere con la Total francese il giacimento di petrolio? Perché dobbiamo importare dell'Ucraina i fertilizzanti? Non siamo capaci in Italia di produrre fertilizzanti? Dipendere dall'estero anche quando non servirebbe significa acquistare a meno, ma perdere occasioni di sviluppo e insieme perdere pezzi d’indipendenza nazionale e poi, se accade un patatrac internazionale come quello attuale, non sappiamo come accedere la luce”. È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia a Omnibus su la7.