Ma la transizione ecologica, insieme a quella digitale, determineranno impatti importanti e asimmetrici sull’industria e il lavoro. Per questo dovremo saper tenere insieme sostenibilità ambientale e coesione sociale muovendoci su tre livelli. A livello internazionale convergere in tempi rapidi verso regole e standard ambientali per evitare effetti distorsivi sulla concorrenza. A livello europeo, trasformare Next Generation EU in un programma permanente e dotarci di uno strumento strategico europeo, che riprenda la positiva esperienza di SURE, per supportare i lavoratori dì fronte all’impatto della doppia transizione ecologica e digitale, come ha proposto il ministro Orlando. A livello nazionale abbiamo bisogno dì un patto per la transizione, da declinare anche nei singoli territori, per costruire insieme politiche industriali adeguate per salvaguardare e innovare la vocazione manifatturiera del nostro Paese. Il Fondo per il sostegno alla transizione industriale istituito dalla legge dì bilancio va molto rafforzato. In questo quadro, è molto positiva la decisione del governo dì istituire un fondo per il sostegno e la riconversione dell’automotive . Da ultimo, ma non certo ultima in ordine dì importanza, la crisi energetica, che dobbiamo fronteggiare non solo con misure di emergenza ma anche accelerando l’attuazione della strategia energetica che abbiamo scritto nel PNIEC, che vuol dire ridurre il consumo e cambiare le fonti di approvvigionamento dei combustibili fossili, semplificare le procedure per spingere al massimo sulle rinnovabili, accelerare la rigenerazione e l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare, del parco veicolare e del manifatturiero italiano con incentivi ragionevoli, più ambiziosi dal punto di vista ambientale e più stabili nel tempo. Così in una nota il senatore Antonio Misiani, responsabile Economia e finanze nella Segreteria del Pd, rilancia i punti centrali del suo intervento nel corso della Agorà democratica dal titolo "L'industria nella sfida della transizione ecologica"