(ASI) Non è un giorno felice per Draghi, che credeva di tenere in pugno le forze politiche presenti in Parlamento (ad eccezione di Fratelli D'Italia e poche altre formazioni). Si aveva l'impressione che le sue richieste suonassero come imposizioni, per effetto delle pressioni dei poteri internazionali esercitate ripetutamente sull'Italia.
Era un po' come ai tempi del Governo Monti: ' È l'Europa che ce lo chiede, sono i mercati e gli investitori internazionali che lo esigono' e così via. Lo schema si è riproposto con Mario Draghi, l'uomo della finanza mondiale. E il Parlamento ha perso sempre più la sua funzione di luogo del dibattito e delle conseguenti decisioni. Fino ad oggi. Perché oggi, 29 gennaio 2022, i parlamentari della Repubblica italiana hanno bocciato la candidatura di Draghi al Quirinale, preferendogli quella politica di Sergio Mattarella. Quindi, vista da una certa prospettiva, la sostanza delle cose è che il Parlamento ha finalmente riaffermato il primato della politica sulla tecnocrazia.