(ASI) Da sempre viene alzato il livello di guardia sul pericolo di investimenti cinesi in Italia. Atteggiamento che, qualche volta, lo si fa anche a sproposito. Mentre si è meno vigili quando a 'ghermire' gli asset strategici italiani sono fondi, industrie e\o multinazionali esteri, in particolare modo quelli provenienti da USA, Germania, Francia ed anche da qualche ricco Paese arabo.
Ciò in netto contrasto con il dovere del Governo in carica di tutelare sempre l'interesse nazionale ed in aperto conflitto anche con l'articolo 43 della Costituzione*. A molti italiani preoccupa - e non poco - il recente tentativo di una Opa - a loro dire - 'amichevole' messa in atto dal fondo statunitense KKR per acquisire il controllo di TIM. Non deve accadere che una risorsa industraite fondamentale anche sotto il profilo della sicurezza nazionale, quale è TIM, possa passare sotto il comando di un'entità privata o pubblica straniera. Quindi, va fermato il progetto non solo finanziario del fondo KKR. Il Governo lo potrà fare attivanddo, senza indugio alcuno, la 'Golden power', ossia il potere speciale che il governo ha per difendere beni e imprese ritenuti strategici e di interesse nazionale. Viceversa se l'esecutivo (non eletto) non intervenisse con lo scudo della 'Golden power' si permetterebbe al fondo statunitense KKR di realizzare l'obiettivo di impossessarsi di TIM. Ciò sarebbe un grave ed imperdonabile errore. Lo è sopratutto per le pesanti ricadute negative che avrà l'intero Paese. Ciò in termini di sicurezza, di competività industriale, di tutela del sociale, della difesa della occupazione, dello sviluppo infrastrutturale e di quello economico. Una linea del Piave a difesa dei tesori nazionali dove non può esserci incertezza e non deve 'passare lo straniero'. Anzi, nel caso specifico, per evitare il pericolo attuale e futuro, va rafforzata la presenza e l'influenza azionaria dello Stato (9,810%), rappresentata dalla Cassa Depositi e Prestiti in TIM. Quota azionaria che - a nostro avviso - dovrebbe essere maggiore di quella attualmente detenuta del 23,746% della francese Vivendi. Anche dall'esito di questa sfida passa la credibilità e la forza a livello internazionale (o meno...) del governo Draghi. Senza però dimenticare che anche la posizione in Parlamento dei partiti su questa importante vicenda sarà giudicata dagli italiani. Sarà anche una prova rivelatrice se le loro politiche sono realmente a difesa degli interessi nazionali italiani.
Redazione Agenzia Stampa Italia
*Art.32..A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione [834, 835, 838 c.c.] e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.