Obbligo del Green pass. Ugl Catania teme il caos. “Rischio cortocircuito con possibili ulteriori danni a lavoro e economia già massacrati. Servono regole di buonsenso”
(ASI) Da domani, come previsto con decreto dal Governo nazionale, scatta l’obbligo di possesso del certificato verde “Green pass” per tutti i lavoratori del settore pubblico e privato. A Catania, dove la percentuale dei soggetti vaccinati seppur lentamente sta aumentando, è purtroppo ancora elevato il numero di coloro che non si sono vaccinati e, per ottenere il documento, dovrà fare ricorso al tampone rapido o molecolare a pagamento. Una situazione che preoccupa non poco la Ugl, in previsione di possibili disagi sulla scorta dei primi sentori che si stanno avendo in gran parte d’Italia.
“Siamo stati sempre favorevoli all’introduzione del “Green pass” e abbiamo sin dall’inizio sostenuto l’importanza e la necessità della campagna vaccinale, ma abbiamo il timore che questo giro di vite voluto dal Governo Draghi si tramuti in un cortocircuito capace di danneggiare l’economia, la ripresa e non dare alcun impulso alle vaccinazioni – dichiara il segretario territoriale della Ugl di Catania, Giovanni Musumeci. Si rischia seriamente un muro contro muro che, a nostro avviso, non porterà da nessuna parte, se non ad un caos ed all’emanazione di provvedimenti come quello emanato nei giorni scorsi dal Ministero dell’Interno dopo i fatti di Trieste.
Ci allarma particolarmente il fatto che, da qui al termine dello stato di emergenza, interi settori produttivi ed economici anche del territorio etneo, oltre che i cittadini stessi, possano subire gravi danni.
Questo perché le regole imposte, pur di non attuare l’obbligo vaccinale, non guardano alle reali esigenze del mondo del lavoro. Prendiamo il caso di un turnista qualsiasi che si fa un tampone rapido oggi valido per 48 ore (non consideriamo quello molecolare che dura invece 72 ore, sebbene il responso arrivi dopo anche 24 ore). Quando dovrebbe recarsi a farsi lo screening per evitare che il certificato scada mentre si trova a lavoro? Un autista del trasporto pubblico locale o un autotrasportatore, ad esempio, che fa scende dal mezzo e si ferma in attesa di nuovo tampone? Questo – aggiunge Musumeci – per non parlare dei costi a carico dei lavoratori.
E perché un dipendente di un ufficio aperto al pubblico deve avere il “Green pass” pensa sospensione dal lavoro senza retribuzione e un utente qualsiasi può entrare negli uffici (da non visitatore) senza? Il Covid-19 è per tutti o è solo per chi lavora? I luoghi di lavoro, sappiamo bene dopo le innumerevoli riunioni anche a livello di Prefettura, in questa fase sono i posti più sicuri rispetto all’esterno poiché soggetti a disposizioni e controlli. Riteniamo quindi che in un momento particolare come questo, in cui comunque quasi l’80% degli aventi diritto ha avuto almeno una dose e si sta iniziando con la terza dose a causa degli scaglionamenti a rilento della campagna vaccinale per cui i primi a vaccinarsi oggi hanno nuovamente bisogno di anticorpi, si scrivano regole di buonsenso. Il lavoro, soprattutto dopo la conclusione dello blocco dei licenziamenti, nonché l’economia necessitano di sostegni per ricominciare a correre e non di ulteriori danneggiamenti, in particolare nell’area metropolitana di Catania dove il Covid-19 ha massacrato l’impresa.
Allo stesso tempo chiediamo un ulteriore sforzo, promosso dal Governo nazionale con il coinvolgimento della Regione e delle sue diramazioni territoriali, perché la già avviata attività di sensibilizzazione sulla validità del vaccino sia ancora più forte e determinata. Se oggi c’è una quota di indecisi è anche perché, in questi mesi, non vi è stata la chiarezza giusta quella che – conclude il segretario della Ugl catanese – ancora oggi purtroppo continua ad alimentare questa inutile confusione che non può assolutamente acuire i problemi già non indifferenti di lavoratori e cittadini.”
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