Quali siano le forme di riconoscimento alla pubblica collettività dei benefici che le imprese stesse hanno nello sfruttamento a fini economici di risorse naturali, in particolare acqua. Sia per usi potabili che idroelettrici, in primis. Tantopiù per le occupazioni e l'uso di risorse senza che il diritto sia riconosciuto. Già oggi le conciliazioni con i Comuni rispetto a questi utilizzi sono complesse e spigolose, troppo spesso a svantaggio degli Enti locali che devono investire moltissime risorse economiche in avvocati e spese legali per vedere tutelati gli interessi delle comunità. Occorre garantire, con norme specifiche sugli 'usi civici', proprietà collettive, beni comuni, adeguati benefici diffusi alle comunità, attraverso gli Enti locali. Ed evitare che si concentrino benefici e opportunità nelle mani di poche imprese. Sull'acqua la questione è emblematica. Utilizzata per diversi fini, consente ai titolari delle concessioni fatturati e utili notevoli, non senza forti contenziosi con i Comuni. Migliorare i 'ristorni' ai territori, alle comunità, stante la presenza di usi civici nei contesti alpini ove le risorse naturali vengono prelevati, ci auguriamo sia obiettivo centrale del legislatore regionale".
Lo afferma in una nota Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte.