L'accoltellamento della notte scorsa in un noto locale di Marotta è, a mio avviso, una spia di qualcosa di molto più grande e diffuso. Qualcosa che ha a che fare con le sempre più capillari reti di spaccio. Le recenti rivelazioni dell'ex questore Piernicola Silvis, che nel luglio scorso ha parlato esplicitamente di 'Marche provincia della N'drangheta', le relazioni DIA 2019 e 2020, il protocollo stilato dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Cafiero De Raho con la Procuratrice di Ancona Monica Garulli, i 57 immobili e le 5 aziende sequestrate o confiscate, quintali di droga - valore 5 milioni di euro, 'spiaggiati' nel 2017 su un gommone davanti porto Recanati, le molte operazioni della Guardia di Finanza che hanno disvelato importanti 'giri' di fatture false e società cartiere, passaggi anomali di proprietà, ricchezze esibite dietro cui non ci sono corrispondenti fonti lecite, l'omicidio Bruzzese, la presenza sempre più tangibile di sodalizi criminali nigeriani e dell'est Europa che monopolizzano spaccio e prostituzione, confermano che il mito 'Marche terra felice' è appunto tale. Occorre dunque agire su due piani. Quello investigativo - che compete a Procure, DDA, DIA, e Forze di Polizia, e quello informativo e divulgativo, che compete alla politica, alle associazioni antimafia, alla stampa, agli amministratori locali, che debbono segnalare situazioni anomale, e cercare di informare i cittadini sul reale e concreto pericolo rappresentato dalla criminalità organizzata, che tende ad occupare sempre più spazi economici, soffocando gli operatori onesti, la leale concorrenza, e dunque un vero sviluppo e una vera occupazione. Per questa ragione ho chiesto stamani al presidente della Commissione Antimafia sen. Nicola Morra - ricevendone l'assenso - di organizzare una missione nelle Marche, a settembre, per fare il punto della situazione con Prefetti, magistrati e forze dell'ordine. Ciò allo scopo di accertare quale sia la effettiva situazione sul territorio, quali le criticità, quali le risorse necessarie per una lotta più serrata. Questo surplus di attenzione è ancora più urgente in considerazione del fatto che gli ingenti fondi del PNNR non potranno non risvegliare ulteriori appetiti criminali. Starà allo Stato e ai suoi apparati investigativi, amministrativi e giudiziari fare in modo che i soldi finiscano nelle tasche giuste". Lo dichiara in una nota il deputato della Lega Luca Rodolfo Paolini, membro della Commissione Antimafia.