(ASI) La situazione della scuola, dopo tante parole, non mostra quella decisa inversione di marcia necessaria a rendere l’istituzione funzionale e pronta alla sfida del domani.
“Si erano prospettate tante situazioni, si era fatto esplicito riferimento ad una “nuova normalità” ma quello che al momento traspare è che siamo sempre al punto di partenza o poco più”. Queste le parole del Segretario Nazionale UGL Scuola, Ornella Cuzzupi, che analizza il momento e le realistiche aspettative alla luce di quel che è.
“Non serve certo essere pessimisti, ma un sano realismo è necessario se non vogliamo trovarci in circostanze ancora più gravi di quelle che il Covid ha palesato. In questi mesi, ripeto mesi, si è tanto discusso sulle cose da fare, sugli organici da coprire, sull’eliminazione delle classi pollaio, sull’urgenza di dar vita ai necessari interventi strutturali e sull’esigenza di fornire nuovi e più adeguati strumenti agli istituti. Bene, di tutto ciò, tranne che i fiumi di parole versati e il continuo rimandare a decreti futuri, poco o nulla è stato fatto!”.
In effetti molte perplessità sorgono sulle tempistiche a suo tempo indicate e sulla possibilità che le cattedre siano completamente coperte all’inizio del nuovo anno scolastico.
“Ma siamo seri. - continua Ornella Cuzzupi - Come possiamo, allo stato attuale, immaginare che da qui a 60 giorni il quadro delle docenze sia completamente definito? Fin quando non si avrà il coraggio di rendere la prassi di stabilizzazione del precariato più snella anche prevedendo un ricambio generazionale più necessario che opportuno, poco o nulla di nuovo ci potrà essere. Il sistema attuale è talmente artefatto che modificarlo senza toccarne il senso, serve solo a complicare le cose o dare spazio a piccoli aggiustamenti che lasciano il tempo che trovano”.
In pratica, secondo il Segretario Nazionale UGL Scuola, è il momento di metter mano senza tentennamenti a tutto il sistema-scuola.
“Si, occorre un’azione decisa che preveda la stabilizzazione del precariato storico, l’abolizione di certi vincoli anacronistici, la soluzione della questione abilitazione e determini la metodologia da seguire per gli interventi di edilizia scolastica. Tra l’altro, occorrerebbe dare un assetto più ragguardevole ai Docenti Educatori, in servizio presso i Convitti Nazionali, figure da rivalutare e considerare in una prospettiva di qualificazione di un’istruzione più ampia e attenta alle nuove esigenze. Lo stesso per il personale ATA, a partire dai posti disponibili dei DSGA, assegnati da tempo a reggenza che andrebbero, invece, dati al ruolo. Senza dimenticare la necessità d’incrementare gli organici degli assistenti tecnici estendendoli a tutti gli ordini di scuola, istituti comprensivi e secondarie per finire con i collaboratori scolastici che necessitano di un contingente più importante per una maggiore sicurezza ed igiene degli spazi scolastici. Certo, - continua Cuzzupi - ci vuol coraggio per stravolgere le prassi attuali, ma prendere atto della straordinarietà del momento non è un esercizio complesso. Adesso occorre rispondere con attività eccezionali ad un momento drammaticamente inconsueto ma che può diventare opportunità. Noi siamo disponibili, da subito e senza prevedere soste, a contribuire fattivamente a quanto descritto, ma non siamo e mai saremo disposti a prestarci alle pantomime dei “faremo e diremo”, utili solo a creare fumo e prendere in giro i lavoratori della scuola e l’intero Paese”.