(ASI) Roma - “Il Recovery fund è uno strumento per costruire il futuro dell’Europa. L’Italia è il Paese che riceverà più risorse e questa è una grande occasione, oltre che una grande responsabilità per il nostro Paese. Le istituzioni europee hanno definito criteri stringenti per l’impiego delle risorse: la transizione verde è una priorità (il primo pilastro del recovery); almeno il 37% delle risorse deve essere destinato alle azioni per il clima; le riforme e gli investimenti devono rispettare gli obiettivi del Green Deal europeo, e gli altri obiettivi ambientali dell’UE, compresi quelli climatici”. A dichiararlo in una nota è Virginia La Mura, capogruppo M5S in commissione Territorio, Ambiente, Beni ambientali.
“Qualche settimana fa il Parlamento europeo ha precisato in una risoluzione che quando si fa riferimento alla transizione verde deve ritenersi inclusa la biodiversità. E la Commissione europea nei giorni immediatamente successivi ha modificato le linee guida per la redazione del Piano nazionale per la Ripresa e Resilienza anche con l’obiettivo di rendere ancora più esplicito il ruolo della tutela e del ripristino degli ecosistemi naturali e della biodiversità ai fini del conseguimento degli obiettivi climatici, oltre che per la ripresa economica. I piani dei singoli Stati europei non passeranno se non rispetteranno tali presupposti che hanno come punto d’unione la conservazione degli ecosistemi e della biodiversità”. “ Insomma, la ripresa o sarà green o non sarà - sottolinea La Mura -. E questo vale per tutti gli Stati, ma in particolare per l’Italia in quanto è il Paese europeo con maggiore biodiversità, presenta il più alto numero di specie vegetali (circa la metà) e animali (un terzo) di tutte quelle presenti nel continente europeo. Ciò vuol dire che l’attuazione del Green Deal europeo dipende principalmente dalle azioni che noi saremo in grado di porre in essere per preservare gli ecosistemi naturali a cominciare dal Piano per la Ripresa e Resilienza, in cui la tutela della biodiversità deve essere centrale e trasversale a tutte le riforme e gli investimenti, oltre che criterio per misurare l’impatto di investimenti e riforme relative ad altre aree di intervento. Abbiamo bisogno con urgenza di un team di scienziati ed esperti in ecosistemi naturali affinché si possa valutare con rigore e oggettività se tutte le azioni per la ripresa rispetteranno i principi del Green Deal. Perché per ricevere e impiegare correttamente e con lungimiranza questi fondi ci sono vincoli stretti dai quali non si può prescindere e che riguardano la visione di un futuro ambientalmente sostenibile, la stessa idea portata avanti dall’Europa, la stessa cui abbiamo lavorato in questi anni”, conclude La Mura.
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