Tiboni (MIC): “Depredate Lira e Sovranità il professore-banchiere si prende il Governo con l’inchino dei Partiti"

tiboni52 copy(ASI) Il pauroso declino della politica italiana è direttamente proporzionale alla voragine nella quale i partiti hanno gettato il Paese. Quello che si sta verificando è un cataclisma dell’assetto politico italiano, che porterà ciò che resta di questa rappresentanza politica, ad essere servo di un Governo finanziario diretto dal professore-banchiere.

Nel corso di questi ultimi 32 anni abbiamo avuto varie figure e rappresentanze, di certo quella degli economisti ha lasciato un solco molto profondo. Basti pensare a Mario Monti, economista ed accademico, che ha distrutto il tessuto sociale italiano con politiche da vera macelleria. Quando alla figura dell’economista si è affiancata anche quella del banchiere il disastro è stato assoluto. L’esempio è stato Carlo Azeglio Ciampi economista e banchiere, il quale l'Italia la disfò, inseguendo la chimera europeista. È stato lui infatti, insieme a Prodi, a gestire l'entrata dell'Italia nell'Euro accettando condizioni da strozzini sul cambio Lira-Euro imposte dalla Germania. Quando si dice "non c’è due senza tre”, o meglio, "è già andata male due volte, andrà male pure la terza", ed ecco che arriva il terzo incomodo. Questa volta non è l’economista qualunque o il banchiere di turno, ma è "il banchiere”. Colui che da trent'anni è al servizio della finanza speculativa di fronte al quale i Partiti si stanno stracciando le vesti. L’andazzo dei Parlamentari, non è altro che il chiaro segnale del voler mantenere lo scranno, maturare i privilegi, a costo di perdere la propria identità politica. Quell'identità che dovrebbe dirigere principi e corrente di pensiero. La frase ricorrente di questi giorni è: "mettiamo da parte la politica e pensiamo al paese”, come se ad un tratto tutti riscoprissero l’amore di Patria. La realtà è tutt’altra cosa, depredate Lira e Sovranità, la finanza col professore-banchiere si prende il Governo. i Partiti offrono i loro servigi e fanno l’inchino. Non più tardi del 5 febbraio 2014 il più acerrimo degli anti europeisti Alberto Bagnai della Lega del cambiamento (si fa per dire) scriveva su Twitter: “meglio un morto in casa che Draghi all’uscio”. Lo dichiara in una nota il Coordinatore Nazionale dell’Organizzazione Politica Italia nel Cuore (MIC) 

 

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