(ASI) L’articolo di oggi ha lo scopo di fornire un quadro chiaro sui dati contenuti nel Bilancio dello Stato Italiano. Una veloce analisi che ci deve fare riflettere su come il paese sia sempre più alla mercé delle Banche.
Nel documento di Bilancio che abbiamo esaminato, di cui riportiamo il link, sono illustrati i risultati differenziali (risparmio pubblico e saldo netto da finanziare e il ricorso al mercato) e le principali voci delle previsioni di entrata e delle autorizzazioni di spesa. Si evincono i dati totali di: entrate, spese e ricorso al mercato. Quest’ultima voce (ricorso al mercato) esprime il totale lordo del finanziamento necessario a coprire l'ammontare delle spese, ovvero il denaro preso in prestito, sul quale lo Stato paga sonanti interessi. I dati di Bilancio 2020 ci dicono che a fronte di 604 miliardi di entrate ci sono state spese per 648 miliardi di euro. Una voce quella delle spese che balza all’occhio, in quanto porta al suo interno la gigantesca somma degli interessi pagati alle Banche. Somma che per l’anno 2020 è ammontata a ben 82 miliardi di euro. L’incapacità del Governo di gestire in maniera oculata il bilancio dello Stato si evince dagli elevati costi che hanno queste voci di spesa. Basti pensare ai costi delle Amministrazioni Pubbliche (pari a 270 miliardi) che sommate ai costi dei dipendenti pubblici (pari a 93 miliardi) raggiunge un parametro pari al 56% delle entrate dello Stato. Non mancano all’interno del Bilancio elevatissime voci di spesa: la Presidenza del consiglio dei ministri per 1,4 miliardi di euro, le Agenzie Fiscali per 4,2 miliardi di euro, le somme da assegnare all'Agenzia Italiana per iniziative di cooperazione internazionale per 486 milioni di euro, ISTAT per 232 milioni di euro, l'Ispettorato nazionale del lavoro (INL) per 322 milioni di euro, la somma da erogare per il finanziamento del CONI sport e salute spa per 368 milioni di euro, Altri enti centrali (dove nel Bilancio non compare l’indicazione) per 241 milioni di euro, le somme da trasferire ai centri d’impiego per 251 milioni di euro, il fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo degli immigrati per 390 milioni di euro, ecc. ecc. ecc. La lista quindi è molto lunga e l’ultimo esempio lo abbiamo avuto con i “banchi a rotelle” ed il costo delle “siringhe” per le vaccinazioni. Ci troviamo difronte ad una classe politica alla quale poco importa ridurre sperperi ed eliminare assurde voci di spesa. Non importa pensare ad azioni concrete di rilancio dell’economia, abbassare le tasse per attrarre nuovi investitori, creando così nuovi posti di lavoro. Nulla di questo, in quanto il bilancio comunque lo si pareggia con il ricorso al finanziamento pubblico, creando così una voragine sempre maggiore. Lo dichiara il Coordinatore Nazionale dell’Organizzazione Politica Italia nel Cuore (MIC)