(ASI) Abruzzo - La Regione Abruzzo ė l'unica che dall'autunno scorso non è mai stata in "Zona Gialla", ma sempre o in "Arancione" o "Rossa".
Anche durante queste vacanze natalizie, mentre nei giorni non festivi nelle altre regioni i ristoranti, i bar, i pub, gli agriturismi, sono stati aperti seppur con delle limitazioni, in Abruzzo le oltre 10 mila partite iva del settore della ristorazione sono state praticamente le uniche in Italia sempre chiuse al pubblico, potendo lavorare solo d'asporto e con consegna a domicilio, con gravi danni economici, ancora di più nei piccoli Comuni, dove ci sono i ristoranti tipici che non hanno potuto lavorare con la loro clientela per lo più rappresentata da turisti e appassionati della buona tavola che soprattutto nel fine settimana e nei giorni di festa vengono per gustare, lontano dallo stress cittadino, un piatto della tradizione culinaria abruzzese accompagnato da un buon vino locale.
A tal proposito, è un vero e proprio grido di allarme quello lanciato dalle associazioni di categoria che hanno sottoscritto una richiesta al Governatore d'Abruzzo Marsilio, al Presidente del Consiglio Regionale Sospiri e al delegato alle attività produttive D'Amario affinché intervengono con straordinari provvedimenti a favore dei ristoratori e delle attività affini che ruotano intorno al comparto del turismo enogastronomico, come aziende di prodotti tipici, boutique del gusto artigianali, b&b, affittacamere e via dicendo.
La critica situazione dei ristoratori abruzzesi, senza nascondersi dietro un dito, ha una estrema rilevanza nazionale, perché rappresenta un caso unico in Italia a causa del protrarsi delle chiusure rispetto alle altre regioni, proroga dovuta prima alla chiusura anticipata volontaria della regione da parte del Governatore Marsilio, alla quale non è seguita l'accoglimento da parte del Governo di Roma della richiesta di uscire in anticipo dalla Zona Rossa una volta che l'andamento epidemiologico del Covid19 è sceso a livelli accettabili.
Ma, non sono solo le beghe burocratiche fra Roma e L'Aquila che hanno aggravato la già critica situazione di una regione con poco più di 1milione di abitanti e grandi aree scarsamente popolate, occupate dalle montagne e dalle foreste dei parchi, c'è anche il problema dei ritardi patiti nell'elargizione dei ristori e della cassa integrazione.
Pertanto, le associazioni di categoria chiedono ora lo stanziamento immediato di un fondo straordinario di liquidità da destinare a tutte le attività del settore con un contributo a fondo perduto.
L'enogastronomia va tutelata ad ogni costo, perché è anche Cultura e fa parte della Tradizione di una Nazione, di un Popolo e di un Territorio e rappresenta un motore di attrazione fondamentale per la vita dei piccoli centri urbani e dei borghi montani e pedemontani che sono la spina dorsale dell'Italia, soprattutto in una regione come l'Abruzzo dove oltre duemila anni fa, i popoli italici si unirono per i propri diritti di cittadinanza e nacque idealmente il concetto di Italia Unita con la prima capitale Corfinio, proprio qui nelle conche dell'Appennino Abruzzese (91-88 anni avanti era comune).
Prima come ora, le genti d'Abruzzo sono pronte a lottare per i propri diritti e per la propria sopravvivenza.
P.S.: A testimonianza dell'importanza della eno-gastronomia nella identità di un Popolo, ad esempio la moneta della Lega Italica rappresentata nella foto che sul retro ha raffigurato il giuramento dei soldati col sacrificio agli Dėi di un maiale che successivamente verrà cotto e mangiato. Ci sono molte monete di questo genere con spesso rappresentato un Vitello che è l'animale sacro per gli Italici (Viteliù) e scene di cottura di cibi come ad esempio la porchetta, piatto che accomuna tutti i Popoli Italici.
Cristiano Vignali - Agenzia Stampa Italia