(ASI) Roma – “Con grande rammarico, mi sono visto costretto ad informare nuovamente il Prefetto di Caltanissetta del grave stato di abbandono in cui versa il Porto Rifugio di Gela, che insieme all’intera città resta ostaggio di una Regione lumaca”. Così, il senatore del Movimento 5 Stelle Pietro Lorefice in riferimento all’eccessiva lentezza del Dipartimento Protezione Civile della Regione Siciliana nel completare le integrazioni richieste da parte dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), richieste lo scorso marzo e necessarie a quest’ultimo per esprimere parere positivo e giungere così alla conclusione dell’iter amministrativo del progetto di dragaggio e costruzione di un pennello intercettatore nel porto gelese.
“Tutto ciò è inaccettabile, – afferma il parlamentare – la mancata operatività del Porto Rifugio, oltre a causare un grave danno per i pescatori locali, gli operatori marittimi e i diportisti, ha costretto lo spostamento a Licata delle unità antinquinamento e di soccorso deputate alla vigilanza e sicurezza del pontile di raffineria e delle piattaforme di estrazione petrolifera Gela 1, Perla e Prezioso, aumentando in tal modo i tempi di percorrenza, con le conseguenze che si possono immaginare in caso di interventi di emergenza. Anche la motovedetta della Capitaneria di Porto Guardia Costiera è stata trasferita a Licata”. “Reputo necessaria, quindi, l’istituzione di un tavolo urgente tra le parti interessate – si legge nella nota indirizzata al Prefetto - per porre rimedio alla situazione venutasi a creare”.
“La città di Gela attende per lungaggini burocratiche e inefficienze da troppi anni – conclude Lorefice - e di fatto abbiamo un porto insabbiato e pertanto inagibile. Pescatori, operatori marattimi, diportisti bloccati e una situazione ulteriormente aggravata dalle difficoltà che ha portato con sé la pandemia. È tempo di concludere le procedure e sbloccare questo impasse che frena tutto il territorio”.
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