(ASI) È passata per lo più sotto silenzio la notizia, pubblicata tre giorni fa dal quotidiano Il Piccolo, sull'acquisizione, effettiva proprio a partire dallo scorso 29 settembre, del 50,1% della società chiamata a gestire la Nuova Piattaforma Logistica del Porto di Trieste (PLT) da parte del colosso tedesco HHLA (Hamburger Hafen und Logistik Aktiengesellschaft).
Si tratta di una società quotata in borsa ma controllata dalla municipalità di Amburgo, che già gestisce tre terminal dei quattro complessivi operativi nel celebre porto tedesco.
Come riporta lo storico quotidiano triestino, "il Porto di Amburgo rileverà il 50,1% dagli imprenditori Francesco Parisi e Vittorio Petrucco, che rimarranno della partita dopo aver costruito un’infrastruttura di cui si è parlato per vent’anni", aggiungendo che "il percorso per realizzare il Molo VIII e riconvertire la Ferriera di Servola può davvero cominciare e lo farà sotto insegne tedesche".
Premesso che le principali infrastrutture strategiche italiane, tra cui i porti, restano essenzialmente inalienabili, si era a lungo parlato dell'ormai quasi certo coinvolgimento dei cinesi, interessati ad investire sul capoluogo giuliano nell'ambito dell'iniziativa Belt and Road (Nuova Via della Seta) con il colosso statale China Communications Construction Company, con cui l'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, che controlla i Porti di Trieste e Monfalcone, aveva concluso un accordo di massima lo scorso anno nel quadro del Memorandum Italia-Cina, firmato in occasione dell'ultima visita ufficiale del presidente cinese Xi Jinping in Italia.
La notizia lanciata dal Piccolo è stata prevalentemente ignorata dalla politica nazionale. Stupisce, in particolare, il silenzio di quelle forze sovraniste che avevano a lungo puntato il dito contro i possibili investimenti cinesi a Trieste (e nel resto del Paese), salvo poi non proferire parola su questa importante cessione, che di fatto concede la maggioranza assoluta di un'infrastruttura logistica fondamentale di livello nazionale ad una società a controllo pubblico straniera.
Redazione - Agenzia Stampa Italia