(ASI) “Il lavoro nero è un dramma, una vera e propria vergogna nazionale, un triste primato in Europa. Si tratta di 3 milioni di lavoratori a tempo pieno, ma in realtà le persone reali in questa condizione sono di più”. Lo afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, in merito ai dati diffusi ieri dalla Cgia.
Nella nota diffusa dall'Ufficio stampa del sindacato, Fammoni sottolinea: "Combattere il lavoro nero si può: nel 2007 le confederazioni avevano presentato una piattaforma e fatto primi accordi, col governo di allora, che avevano prodotto primi positivi risultati, accordi che l'attuale governo ha tolto o depotenziato. Bisogna ripartire da lì, da norme severe per chi sfrutta (lì sì serve la galera e non per chi pubblica le intercettazioni) ed aiuti invece per chi vuole emergere. Una cosa non si può dire: che il nero funziona anche come ammortizzatore sociale perché è solo sfruttamento e batterlo serve per reperire quelle risorse necessarie per dare a tutti una migliore occupazione. Quella che oggi manca per una spinta politica che va in direzione opposta ,verso un lavoro precario, malpagato, con pochi diritti e senza prospettive previdenziali. Si può fare battere il lavoro nero - conclude - si tratta solo di volontà politica”.