In conclusione, preso atto del ricorrente scontro politico (nel ben più ampio e drammatico contesto di quello economico-finanziario) con gli USA sul diritto dei tribunali italiani a processare cittadini statunitensi (si ricordano i casi SIGONELLA, CERMIS e CALIPARI) ci si domanda se e quanto abbiano pesato le sollecitazioni politiche esercitate dalla diplomazia USA sull'Italia, per favorire un esito giudiziario gradito oltre oceano.
Date queste premesse, non è imprevedibile una prossima riapertura in sede giudiziaria del caso MEREDITH, anche perché - a detta di tutti - la verità è posseduta dall'unico imputato condannato, e da lui ostinatamente ("cui prodest?") quanto gelosamente custodita. Di qui, tra l'altro, il problema della tutela dell'incolumità fisica dell'"imputato-testimone unico" in carcere... soprattutto in carcere.
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