(ASI) "La cultura oggi si tengono fuori, a una certa distanza dalle organizzazioni e dai movimenti politici, non è incoraggiante: i politici e la politica di oggi de-culturalizzati, espellono la cultura, non la praticano, aggrediscono chi non pensa come loro, minacciano le querele e le denunce perché hanno paura del confronto politico, la dialettica politica non esiste più.
Evitano gli intellettuali e ormai è chiaro che li temono perché sono convinti, che gli intellettuali e la loro cultura tengano lontani gli elettori. Per questo riempono le istituzioni di pigiabottoni obbedienti e idioti.
Quando le mucche affondano la testa nella mangiatoia se ne fregano dei problemi della gente, l'obiettivo arrivare al potere e denaro facile, per questo gli elettori definiscono i partiti e movimenti "sono tutti uguali" è proprio questo è il guaio dei nostri tempi.
Quando capita di leggere i commenti presenti nei vari social "la networked politics" capisci quanto questi differiscano molto poco dai cessi degli autogrill." Così in una nota