(ASI) "Divario anche tra Regione e Regione: 2,53 % erogata in Lombardia e 43% in Campania Roma, 11 maggio 2020 - “9,1 milioni di lavoratori hanno fatto domanda di CIG e soltanto 6,2 milioni sono stati soddisfatti. Risultato? 3 milioni di lavoratori sono senza stipendio da due mesi!
Ancora più penalizzati i lavoratori che devono districarsi con il nodo della CIG in deroga, riservata alle imprese con meno di 5 dipendenti e a tutte le altre aziende che normalmente non avrebbero accesso alla cassa ordinaria. Il procedimento in questo caso è particolarmente complesso e prevede un accordo delle Regioni con i sindacati, una istruttoria regionale, la trasmissione all'INPS, procedura complessa e travagliata.
Solo successivamente avviene il pagamento. Pertanto il budget è dello Stato ma procedure regionali, con ben 21 regolamentazioni diverse che stabiliscono i termini per il pagamento del sussidio, e con altrettante Regioni non ugualmente preparate a gestire la mole di richieste arrivate. Di conseguenza abbiamo un divario anche tra Regione e Regione. Ad esempio, il 2,53% di CIG erogata in Lombardia ed il 43% in Campania. A chi dobbiamo quindi attribuire il ritardo nel lavorare le pratiche? All’INPS o alle Regioni? Nella bozza diramata dai media del “Decreto Rilancio”, intanto, si parla di CIG prolungata a 3 settimane anziché 9, per mancanza di copertura. Si aspetta ancora la conferma del Ministero del Lavoro sul superamento di questa ambigua obiezione.
E in tutto questo rimbalzo di competenze tra enti diversi a rimetterci, naturalmente, sono i lavoratori! E’ stato un grave errore la scelta di ricorrere a questo procedura così farraginosa che ha messo in crisi il sistema. Per non parlare dei ritardi dovuti ad un “Decreto aprile” mai nato, ad un “Decreto maggio” che non si sa bene quando sarà approvato. L’irresponsabilità di alcuni non può diventare la responsabilità di lavoratori ed aziende! Il Governo deve intervenire urgentemente per superare i ritardi che si stanno accumulando nell'erogazione della cassa integrazione.
È assolutamente necessaria una semplificazione per garantire la liquidazione rapida degli importi spettanti. Il lavoro che si sta svolgendo è immane ma, un’attività h24, 7 giorni su 7, deve valere la soddisfazione di vedere pagata la Cassa Integrazione ai lavoratori delle nostre aziende. E non possiamo dimenticare ciò che vivono gli artigiani con gli ulteriori ed immotivati oltre che incostituzionali paletti dell’FSBA e gli stagionali, che non prenderanno l’indennità se hanno lavorato anche un solo giorno nel 2020!! Migliaia di famiglie sono in grave difficoltà. Aumentano gli episodi di disperazione collettiva.
Il rischio di frizioni sociali è alto. E noi non vogliamo essere correi con le inadempienze dello Stato, di quelle superficialità che hanno risvolti pesanti sulla vita della gente. Tutte le istituzioni coinvolte, il Governo; il Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo; il Presidente dell’INPS, Pasquale Tridico; le Regioni, sono chiamate ad uno sforzo responsabile. Sappiamo che il momento è delicato e che non è stato facile gestire l’emergenza Coronavirus ma non bisogna mai perdere di vista che il lavoro è un diritto fondamentale, è dignità ed è vita. E chi rappresenta lo Stato non può dimenticarlo”.
È quanto ha dichiarato Nino Carmine Cafasso Presidente AIS (Associazione Imprese di Servizi), Giuslavorista e Consulente del Lavoro.