(ASI) Roma, 10 maggio 2020 - “Intanto bentornata Silvia Romano! Non vogliamo smorzare tutta la gioia per l’esito positivo della vicenda che riguarda Silvia Romano, siamo contenti sia tornata sana e salva, ma la vicenda è quantomeno sospetta.
Ricapitolando: abbiamo speso milioni per liberarla da un (presunto) rapimento, accaduto anche per sua imprudenza, ora dice di essersi trovata benissimo in Somalia con gli islamisti, si presenta in Italia in abiti islamici come a voler omaggiare i suoi carcerieri che l’hanno convinta con le buone a convertirsi all’Islam. A nessuno viene in mente che questa vicenda sia quantomeno sospetta? Noi finché ogni sospetto non verrà dissipato e ogni aspetto del rapimento non sarà chiarito dalle Autorità italiane non ci riterremo soddisfatti. L’auspicio è che i nostri servizi d’intelligence e la Procura possano far sapere nel più breve tempo possibile all’opinione pubblica italiana come sono andate realmente le cose. Anche noi vogliamo credere che questa ragazza sia stata vittima, che sia in totale buona fede, perché è già abbastanza frustrante pensare che i nostri soldi contribuiscano a finanziare dei terroristi. Vorremo avere quantomeno la certezza e le garanzie che siano stati spesi per una buona causa, o che se fossimo stati raggirati sia fatta giustizia. Non si può accettare il lieto fine senza che sia dissipato ogni legittimo dubbio” - Così Alessandro Bertoldi, Presidente di Alleanza per Israele, commenta la liberazione e il rientro in Italia della volontaria Silvia Romano, rapita e detenuta in Somalia da oltre un anno.