(ASI) Roma - “Il 70,7% dei casi di Coronavirus si è concentrato in quattro regioni: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto e anche in quei territori il contagio si è diffuso in maniera asimmetrica.
I valori assoluti rischiano però di essere ingannevoli. In città come Varese, il tasso di contagio (0,288%) è più basso che a Pescara (0,398). Perché in Calabria - dove si registra in maniera uniforme il tasso di contagio più basso d’Italia (0,05%) - non si possono consentire più riaperture che in Lombardia (0,74%)? Questa scelta non ha senso. Così si impoveriscono tutti. Se, faccio un esempio, non si può andare al mare con un tasso di contagio dello 0,05% bisogna dire chiaramente agli italiani che questa estate le vacanze se le possono sognare”. Sono questi i primi tre punti dell’appello che Deborah Bergamini, deputata di Forza Italia e condirettrice del Riformista, rivolge al governo e alla maggioranza.
“Una Fase 2 asimmetrica - prosegue Bergamini illustrando il quarto motivo - in cui a un determinato tasso di contagi corrisponde un determinato numero di riaperture […] consente di verificare l’efficacia dei modelli di riorganizzazione della vita sociale. L’alternativa, che è quella di riaprire tutto contemporaneamente, rischia di avere un impatto su larga scala molto più ampio”. Nel quinto punto si sottolinea che “un modello asimmetrico non è un’opzione ma una necessità irrinunciabile. Potrebbero volerci mesi affinché la Lombardia o l’Emilia Romagna raggiungano il tasso di contagio della Calabria o della Campania. Cosa facciamo in quei mesi: teniamo bloccati tutti?”. “Per ogni settimana di lockdown perdiamo uno 0,5% del nostro PIL annuale. Un unlock asimmetrico ci consentirebbe di contenere i danni economici prodotti dal contagio”. Settimo motivo: “Non si può usare la stessa medicina per mali diversi. Il Presidente Conte e il Ministro Speranza dovrebbero cambiare approccio sul tema e chiedere alle loro task force - visto che hanno deciso di non chiederlo al Parlamento - di elaborare modelli basati sul tasso di contagio. Bisogna definire a che tasso di contagio possono aprire le diverse attività”.
“Mi rendo conto - conclude Bergamini - che occorre coraggio per prendere queste decisioni, e che spesso rimanere di un’idea sbagliata è solo l’effetto del non volerla cambiare per puntiglio. Ma affrontare situazioni radicalmente diverse con strumenti identici è il più grande errore che state compiendo. Il Modello Italia di cui si è tanto parlato per settimane semplicemente non esiste. Abbiate la forza di prenderne atto e date ascolto per una volta all’opposizione. Aprite un confronto non ideologico sul futuro del Paese e sulla possibilità di una Fase 2 asimmetrica. E’ il popolo che attraverso il Parlamento deve decidere, non le task force. Parliamone. Per il bene dell’Italia siate un filino più umili”.