Coronavirus. Dalla Ugl etnea grande preoccupazione per il settore turistico, alberghiero, della ristorazione e dell’intrattenimento. “Solo a Catania e provincia oltre 5 mila posti di lavoro a rischio”
(ASI) “Siamo fortemente preoccupati per quello che accadrà nel settore turistico, alberghiero, della ristorazione e dell’intrattenimento a Catania e provincia, con l’avvio delle fasi di riapertura delle attività.”                                                                                            Ad esprimere con una nota il sentimento di inquietudine è la Ugl etnea, che ha stimato una perdita di oltre 5 mila posti di lavoro nel giro di pochi mesi. “La graduale riapertura di tante attività (speriamo siano in grado di poter riaprire tutte), sarà una grande incognita soprattutto in termini di erogazione dei servizi. Un fattore legato alle esigenze di mantenimento dei livelli di sicurezza prima di tutto, ma anche dalla quantità di clientela che dopo la paura e la quarantena deciderà di tornare abitualmente a frequentare gli spazi pubblici in genere – dicono il segretario territoriale Giovanni Musumeci e il segretario della federazione provinciale Ugl terziario Carmelo Catalano. Senza contare le forti limitazioni che potranno essere applicate ai luoghi di aggregazione, nonché al probabile prolungamento dello stop per le attività connesse all’intrattenimento ed agli eventi. Senza contare che, in molti casi, i soli costi di apertura potrebbero essere di gran lunga superiore ai ricavi che si andrebbero a generare a causa degli accessi alle strutture fortemente abbattuti. Questo andrebbe di certo ad implicare un drastico taglio al personale necessario, come ad esempio meno camerieri nei ristoranti o unità lavorative ridotte nei bar, negli stabilimenti balneari o negli hotel. A Catania c’è un popolo che vive di questo, tutto l’anno o nella stagione estiva, che oggi rischia seriamente di rimanere a casa. Sempre che non ci siano anche imprenditori disposti a fare il grande passo di mollare tutto anticipatamente.” Dall’altra parte un filo di speranza arriverebbe dall’asporto e dalle consegne a domicilio. “Tantissimi commercianti hanno già riavviato la loro attività, altri non l’hanno mai fermata perché autorizzati dai decreti e dalle ordinanze, investendo parecchio per portare i prodotti a casa dei clienti. Il sistema sta funzionando e ci auguriamo che molti altri non si tirino indietro di fronte a questa nuova sfida, con l’auspicio che anche l’asporto venga al più presto regolamentato. Con il delivery e con le dovute cautele contrattuali, potrebbero essere recuperati qualche centinaio di posti di lavoro, fermo restando il dramma occupazionale che continuerà a permanere – sottolineano Musumeci e Catalano. Ci appelliamo alla Regione siciliana perché in questo caso possa far sì di trovare risorse e modalità per incentivare da una parte lo sviluppo di piattaforme informatiche, di start up e l’accesso ad agevolazioni per le assunzioni, così da consentire il consolidamento nel nostro territorio del servizio a domicilio (anche per i supermercati e gli alimentari), nonché di avviare un confronto urgente per la messa in sicurezza di coloro che continueranno a rimanere disoccupati a causa della crisi da Covid-19, a cominciare dai lavoratori dell’industria dell’intrattenimento. Numerose di queste attività, lo vogliamo ricordare, con il lavoro stagionale riescono a mettere in condizioni i proprietari ed il personale di godere di introiti utili per vivere tutto l’anno. Senza contare anche il nodo dei servizi alla persona la cui apertura in sicurezza deve essere anticipata. Siamo certi – concludono – che anche il sindaco metropolitano Salvo Pogliese possa sposare appieno questa nostra proposta, per dare sostegno a quello che rappresenta il 40% dell’economia della nostra realtà territoriale.”

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