(ASI) Perugia In relazione al rapporto anziani-coronavirus e la relativa salute psicofisica affrontata da esperti virologi, geriatri ecc.. nella stampa locale e nazionale in cui si suggeriscono di evitare interventi discriminatori, che aggraverebbero certe situazioni e patologie che condivido.
Vorrei, quindi, fare delle brevissime considerazioni sui diritti dell’anziano, sul ruolo dell’associazionismo e su quello degli enti locali.
Sul primo punto, sta emergendo una linea “discriminatoria” sintetizzabile in due dichiarazioni esecrabili: la 1a, di un esponente di primo piano vicino al Governo, dove testualmente si dice “GLI ANZIANI E I DOWN MI FANNO SCHIFO”; la 2a della ineffabile Lagarde, che soavemente dichiara “GLI ANZIANI SONO UN PESO PER I BILANCI PUBBLICI”. Nel primo caso, nessuno ha chiesto le dimissioni dell’autore (evidentemente oggi si può dire di tutto senza pagare dazio..). Nel secondo, interessa solo l’aspetto economico.. che vogliamo fare? Eliminarli con più virus, oppure riattivando qualche “fornetto tedesco”? Forzo volutamente i concetti, ma è evidente la bestialità di certe dichiarazioni... reazioni? Silenzio assordante!! E il ruolo dello Stato? Partire da quello laico, moderno dove “ognuno è libero di fare ciò che vuole, nella misura in cui non nuoce a nessuno”. Diversamente si è perseguitati.
È appena il caso di dire che l’anziano corre più rischi, ma non è vero che infetta più di altri, pertanto vorrei decidere io della mia vita, e non altri!!
Per quanto riguarda il ruolo dei centri anziani, dell’associazionismo in genere, hanno svolto sempre un ruolo positivo fondamentale.
Alla luce di queste nuove problematiche, cosa fare? Come pensare ad un aggiornamento funzionale alla luce delle nuove regole? E come calarle in maniera intelligente e non cervellotica?
Aree verdi, Cva ecc.. con caratteristiche diverse superfici e numero di iscritti diversi, che fare?
È ora che, con tutte le precauzioni del caso, queste realtà tornino a svolgere un ruolo essenziale, ancora più importante oggi, a fronte di una società disorientata e un tessuto sociale sfilacciato e lacerato.
I soggetti principali che ne pensano? Il sindacato pensionati, l’associazionismo in genere ecc..?
Il Comune come intende muoversi? Sono domande che nascono dal silenzio assordante che si nota e di una società, frastornata e confusa che non può fare a meno di un mondo che ha un vissuto, un bagaglio di esperienze e di memoria delle nostre tradizioni e radici, e che ritiene di poter dare ancora un grande contributo alla comunità, l’esatto opposto degli “untori” di cui sopra..."
Così il Presidente dell'Associazione Ricreativa Montelaguardia di Perugia.
Fonte Foto: di Sabine van Erp da Pixabay