(ASI) "Caro Direttore, - si legge su una lettera di Luigi Zanda, vicepresidente del gruppo del PD in Senato, pubblicata oggi da La Repubblica - tra le tante questioni ordinamentali che, negli ultimi due anni, hanno fatto da contorno alle follie di Berlusconi, ce ne è una molto rilevante per le sue ricadute economico - industriali in un settore strategico per il Paese.
Il continuo emergere sui media dell'utilizzo di Finmeccanica da parte del Presidente del Consiglio, del suo entourage o di altri personaggi della sua maggioranza con richieste (spesso soddisfatte) di consulenze, assunzioni, appalti. Finmeccanica - prosegue Zanda - è uno dei nostri migliori campioni nazionali, una delle poche, grandi società industriali italiane che è rimasta in piedi e compete con successo sui mercati internazionali. È quotata in Borsa ma è tuttora controllata dallo Stato. I suoi vertici sono designati dal governo. Ha una produzione in gran parte orientata verso settori estremamente delicati, a partire dalle forniture militari. Finmeccanica ha estrema necessità, pena il declino, di tutelare l'onorabilità del suo marchio, la serietà della sua struttura industriale, l'autonomia dei suoi amministratori. Non può permettersi di essere considerata una sorta di agenzia pubblica che elargisce consulenze, assunzioni e appalti a quanti si presentano a nome e per conto di Berlusconi. Sorprende - conclude Zanda - che, sinora, il managment di Finmeccanica, non abbia trovato modo di prendere le distanze e denunciare pubblicamente con forza adeguata le pressioni piccole e grandi di cui la società sarebbe stata oggetto in questi ultimi anni".