(ASI) "Spostare o accorpare alla domenica le festività civili e laiche colpisce l'identità e la storia del nostro Paese, ne indebolisce la memoria e rappresenta un grave limite per il futuro, producendo per altro un irrisorio beneficio economico”.
Lo dichiara in una nota la Cgil che lancia una petizione per salvaguardrare le tre ricorrenze in discussione - il giorno della Liberazione, quello del lavoro e quello della Repubblica- e che potrà essere firmata sul sito stesso della Cgil o direttamentepresso le Camere del lavoro sul territorio.
La segreteria nazionale della ,in un comunicato, sottolinea infatti come “in un provvedimento iniquo, e che noi contrastiamo con forza, si colloca così anche una norma che colpisce l’identità e la storia del nostro Paese, ne indebolisce la memoria e rappresenta un grave limite per il futuro”. Le ricorrenze civili, spiega il sindacato di corso d'Italia, “vanno celebrate con attenzione e rispetto, perché parlano a tutti, alla ragione stessa del nostro stare insieme, e perché i valori che esse affermano non siano ridotti ad un momento residuale. Il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno, ovvero il ricordo della Liberazione del nostro Paese da una dittatura feroce e sanguinaria; la celebrazione del Lavoro come strumento di dignità per milioni di donne e uomini che con la loro fatica ed intelligenza consentono al Paese di progredire; la celebrazione del passaggio alla Repubblica parlamentare, sono tappe fondamentali che non intendiamo consentire vengano cancellate. Per altro- sottolinea ancora la segreteria Cgil - mentre irrisorio è il beneficio economico che ne deriverebbe, i costi civili sul versante della memoria e dell’identità sarebbero, se la norma venisse confermata, di gran lunga maggiori. Inoltre, è sufficiente un confronto con altre situazione per vedere come l’Italia è un Paese che ha un numero contenuto di festività civili e come in altri Paesi le ricorrenze civili siano celebrate e custodite con attenzione”.
Da queste considerazioni nasce per la Cgil la convinzione che “bisogna che ognuno di noi si faccia carico di dire la propria contrarietà a questa previsione e di farla dire al maggior numero di cittadini possibile: tante sono le gravi conseguenze dei contenuti della manovra, quella che riguarda le festività civili non è da meno”. Per questo a partire da stasera e per i prossimi giorni sarà possibile firmare la petizione sul sito della Cgil (www.cgil.it) o direttamente presso le diverse sedi delle Camere del Lavoro dietro le parole “alziamo insieme la nostra voce perché l’identità ed il futuro dell’Italia sono un bene indisponibile ad ogni manipolazione”.