(ASI) Roma - "La Lega è orgogliosa di contribuire alla riforma dell'ordinamento sportivo italiano. All'indomani del successo per l'assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026 a Milano-Cortina, l'Italia del 'Sì' compie un altro passo avanti con l'approvazione alla Camera del ddl voluto dalla Lega per avviare una riforma dello Sport italiano che garantisca più trasparenza nella gestione del denaro pubblico e un cambio di passo necessario affinché le risorse economiche vengano impiegate con criteri più equi, oculati e ragionevoli.
Siamo grati al Sottosegretario Giorgetti per il lavoro con cui sta consentendo allo Sport italiano di voltare pagina. Confidiamo in tempi brevi al Senato per il via-libera definitivo". Così in una nota il deputato Daniele Belotti, capogruppo della Lega in Commissione Cultura di Montecitorio e relatore al ddl Deleghe al Governo in materia di ordinamento sportivo.
"La riforma contiene obiettivi di grande rilevanza, tra i quali - sottolinea Belotti - più partecipazione e rappresentanza delle donne nello sport; la tutela della salute e della sicurezza dei minori che svolgono attività sportiva; il sostegno ai vivai e alle piccole società sportive di periferia, che costituiscono una risorsa necessaria soprattutto nell'azione di contrasto alla criminalità giovanile e minorile; il riconoscimento giuridico della figura del laureato in scienze motorie e dei soggetti forniti di titoli equipollenti; il riordino delle regole sulla rappresentanza di atleti e società sportive e sull'esercizio della professione di agente sportivo; più sicurezza nella costruzione e nel'esercizio degli impianti sportivi. Come tifoso - continua Belotti - ci tengo a sottolineare la novità introdotta da questa legge che prevede, per la prima volta, l’istituzione di un organo di rappresentanza dei tifosi; un collegio da 3 a 5 membri eletti ogni tre anni dagli abbonati che parteciperà, pur senza diritto di voto, alle assemblee dei soci, proprio perché l’abbonato, di fatto, è come un azionista, non è solo un cliente. Per motivare questa nostra scelta, basta solo un dato: 145 fallimenti di società di calcio dalla A alla serie D negli ultimi 15 anni. Un numero impressionante che ha umiliato decine di migliaia di tifosi, intere comunità, colpite al cuore e alla schiena da presidenti speculatori che hanno fatto solo i loro interessi o peggio, i alcuni casi, hanno usato il calcio per riciclare denaro sporco. E’ un primo passo verso l’azionariato popolare nel calcio sul modello spagnolo e tedesco oltre che per la responsabilizzazione delle tifoserie per arginare la violenza negli stadi".