(ASI) - Una delle questioni più spinose per il governo riguarda l’Irpef. Non ci saranno novità per quanto riguarda il 2019 ma i cambiamenti arriveranno l'anno successivo.
La maggioranza è al lavoro per mettere a punto la legge di Bilancio che punta verso quota 30 miliardi: “Si opterà per una rimodulazione a partire dal 2020 con tre aliquote” ha spiegato il sotto segretario all’Economia, Massimo Bitonci che fa parte del gruppo della Lega incaricato di mettere a punto il pacchetto fiscale per la manovra. “La rimodulazione Irpef, sarà accompagnata da un riordino delle tax expenditures perché ci sono 300 voci tra agevolazioni, deduzioni e detrazioni, e alcune ormai sono anti storiche”.
Tra due anni l’Irpef dovrebbe avere questa struttura: un primo scaglione fino a 28 mila euro, a cui applicare un’aliquota del 15%, una fascia centrale di reddito tra 28 e 75 mila euro con aliquota fissata al 30% e un ultimo scaglione, dai 75 mila euro di reddito in su, che rimarrebbe al 43%. Questo schema a tre aliquote è stato ideato da Luigi Di Maio che afferma: “C’è piena armonia con il ministro Tria sui prossimi passi da fare. Non c’è alcuna volontà di uno scontro con l’Ue e non c’è intenzione di distruggere i conti pubblici”. Confermato anche il regime forfettario in favore delle partite Iva al 15% fino a un volume di affari di 65mila euro e poi un 5% incrementale tra i 65mila e i 100mila euro. Costo 1,5 miliardi, benefici per 1,5 milioni di lavoratori autonomi.
Aliquota del 5% per tre anni anche per le start up di giovani under 35 con ricavi fino a 65mila euro.
Claudia Piagnani - Agenzia Stampa Italia