(ASI) Gli effetti della rottamazione, avviata qualche anno fa da Matteo Renzi, sembrano essere svaniti nel nulla.
Il Partito Democratico ha avuto, infatti, un calo sensibile delle preferenze arrivando, in occasione delle ultime elezioni nazionali del 4 marzo scorso e in quelle successive locali, sotto il 20% dei voti. L’opinione pubblica immaginerebbe però, con forte difficoltà, l’abbassamento di tale soglia che, tuttavia, si starebbe concretizzando. Il sondaggista, Arnaldo Ferrari Nasi, ha rilasciato in merito, in un’intervista pubblicata nelle ultime ore da un quotidiano online italiano, affermazioni molto forti. “Il Pd andrà a scemare, diventerà come i socialdemocratici del Psdi nella Prima Repubblica”, ha previsto il sociologo. Quest’ultimo ha delineato uno scenario lontano apparentemente dalla realtà. Quella guidata da Maurizio Martina potrebbe arrivare addirittura, a parere dell’esperto, al 3 – 4% delle preferenze a livello nazionale ed essere sostituita dal Movimento Cinquestelle. I grillini perderebbero quindi, in tale caso, la propria identità di terzo polo, alternativo ai due schieramenti tradizionali, su cui hanno costruito il proprio consenso. Lo scenario negativo delineato contrasta, invece, con quello positivo che vede Matteo Salvini sempre più apprezzato dagli elettori di Luigi Di Maio. Il 66% di questi italiani appoggia la linea del responsabile del Viminale, sulla tematica dei migranti, ma il fatto che “questo consenso si traduca poi in voto è assai difficile”. Il prossimo banco di prova sarà la chiamata alle urne per il rinnovo del parlamento europeo. La campagna elettorale che precederà l’appuntamento atteso sarà, molto probabilmente, più infuocata di altre a causa delle medesime dinamiche e tendenze, populisti contro élites, che stanno influenzando ciò che vediamo attualmente nelle istituzioni del nostro Paese.
Marco Paganelli – Agenzia Stampa Italia