Se c'è una visione intergovernativa dell'Europa, è chiaro che ciascuno si fa gli affari suoi e ciascun Governo tutela gli interessi dei propri cittadini


(ASI) "Signor Presidente, colleghi, devo confessare al Presidente e al ministro Savona che, avendo una certa pratica delle comunicazioni del Governo prima del Consiglio europeo, sono rimasto un po' colpito dall'irritualità. In effetti, nonostante il ministro Savona abbia fatto senz'altro delle considerazioni interessanti - che, anzi, credo giusto che siano al centro del nostro dibattito - in termini logici forse la sua doveva essere un'introduzione e quella del presidente Conte probabilmente una replica.
Non so che cosa dire perché lei, ministro Savona, ha fatto un discorso generale su problemi che riguardano l'Europa che a noi interessano moltissimo, e la ringraziamo, ma probabilmente all'interno di un altro contesto. Quello di oggi è un contesto molto più limitato.
Capisco che il Governo ha una missione storica e capisco anche un po' - mi consenta di dirlo, Ministro - la retorica dell'evocazione storica di un comportamento spartiacque, ma io rimango ai dieci punti del presidente Conte, che sinceramente è difficile non condividere. Quando infatti tra i dieci punti c'è un impegno come quello di superare e non già di riformare il Trattato di Dublino - che, come a tutti è chiaro, fu sottoscritto dal centrodestra nel 2003 - oppure quando si dice che si deve fissare il principio per il quale chi sbarca in Italia in realtà sbarca in Europa, penso che in quest'Aula e nel Paese non ci sia nessuno italiano che possa dire di essere contrario a questi principi di riforma.
Io ho una grande paura, lo dico con sincerità: temo l'approccio che noi abbiamo seguito per arrivare a questo Consiglio europeo, a partire dal doppio binario in base al quale il Ministro dell'interno fa una parte, anche nei confronti di alleati come i francesi, e il Presidente del Consiglio ne fa un'altra. Salvini oggi ha detto che ognuno va a pranzo con chi vuole, ma non mi sembra che quello tra Macron e Conte possa essere derubricato ad un incontro privato, perché parliamo di due Presidenti che si incontrano alla vigilia del vertice europeo. Io temo che questa strategia del doppio binario e tutto quello che è successo in queste settimane ci indeboliscano.
Detto questo, se la finalità è quella che voi ponete al centro della vostra risoluzione, è difficile non essere d'accordo.
Vorrei invitare però i colleghi di quest'Aula a fare una riflessione, veramente in una totale serenità: perché mai un Paese, che non è di prima accoglienza, dovrebbe accettare una condivisione di responsabilità che in termini nazionali immediatamente lo danneggia, se si accetta una visione sovranista e intergovernativa dell'Europa? Se c'è una visione intergovernativa dell'Europa, è chiaro che ciascuno si fa gli affari suoi e ciascun Governo tutela gli interessi dei propri cittadini. Solo in base ad una visione comunitaria o addirittura federalista dell'Europa è possibile ottenere quello che il presidente Conte pone come obiettivo dei suoi dieci punti.
Dobbiamo dunque riflettere anche rispetto all'opinione pubblica ed essere coerenti nella logica perché - scusate - se accettiamo una visione in cui ciascuno è responsabile dei propri confini nazionali, in base a che cosa volete che il signor Orban si faccia carico di coloro che arrivano a Lampedusa? In effetti ho il timore che in qualche modo il signor Orban non se ne faccia affatto carico e temo che questo, purtroppo, lo vedremo nelle prossime ore.
Sono pessimista sull'esito, però vorrei rivolgere alla Presidenza una richiesta. Vorrei che, nello spirito della novità di cui siete portatori, per cui tutto quello che è stato fatto prima era sbagliato e tutto quello che viene fatto oggi è nuovo, sia consentito anche ad un vecchio come me di fare una proposta nuova: vediamo se è possibile che non si venga in Parlamento solo alla vigilia del Consiglio europeo, ma si venga anche dopo, per spiegare quello che concretamente si è ottenuto.
Oggi, infatti, il Presidente del Consiglio ha fatto un'affermazione surreale, quando ha detto che abbiamo ottenuto una grande vittoria perché una bozza di documento è stata ritirata. Scusate colleghi, ma è dai tempi dell'asilo infantile che prima di un Consiglio europeo si presentano delle finte bozze, perché c'è solo un intento negoziale.
Dunque, non credo che possiamo ritenere un grande successo il fatto che una bozza è stata accantonata: nei Consigli europei si vive di bozze accantonate e di finte presentazioni di bozze.
Dunque auspichiamo che abbiate successo, perché se avete successo voi gli interessi nazionali in questo momento verranno salvaguardati. Temiamo però che le cose non siano così semplici e abbiamo molti dubbi che questa strategia sia la più efficace. Termino dicendo due cose. La prima riguarda il tema delle sanzioni e il no ad un meccanismo automatico di rinnovo delle sanzioni: è giusto e mi sembra sia anche in continuità con quanto altri Governi avevano proposto in Europa. La seconda riguarda la difesa dei diritti dei nostri connazionali nel Regno Unito: anche questo è in totale continuità con quello che i presidenti Renzi e Gentiloni avevano proposto in Parlamento, per cui siamo d'accordo.
Un memento finale: sento che ci occupiamo molto della politica degli altri Paesi, tante volte vogliamo andare dentro a ciò che succede negli altri Paesi e magari fare sponde a qualcuno che, in altri Paesi, gioca delle partite governative diverse. Colleghi, intelligenti pauca: tutti ci capiamo. Spero che non si avverino i propositi - e ho terminato - di chi ritiene auspicabile una crisi del Governo tedesco, perché il giorno in cui non ci fosse più la signora Merkel, siamo sicuri che per l'Italia sarebbe sicuramente peggio di quello che è stato fino ad oggi".

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