(ASI) «Un governo provvisorio fino a dicembre», questo l'estremo tentativo del leader della Lega Matteo Salvini offerto al Movimento 5 Stelle per evitare di andare alle urne. «I sondaggi ci danno in crescita fino al 21%. Io li ringrazio per la fiducia ma non credo alle previsioni», ha detto.
Un caldo weekend prima delle nuove Consultazioni al Quirinale previste per lunedì 7 maggio. Alla proposta leghista il capogruppo del Senato Danilo Toninelli chiude la porta, il senatore Vito Crimi apre uno spiraglio. Il M5s ci sta pensando e il suo leader Luigi Di Maio sembra disposto anche a fare un passo indietro, favorendo la nomina di una persona terza. Riccardo Fraccaro però nel movimento frena: «Non dobbiamo correre il rischio di un premier a tradimento».
Salvini è atteso a cena da Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, per decidere insieme la strategia in vista delle Consultazioni. Il leader di Forza Italia preferirebbe un governo tregua, anche scelto dal presidente Sergio Mattarella. Fratelli d'Italia vorrebbe invece un incarico per la coalizione di centrodestra.
Più confusa la linea di un Partito Democratico sempre più spaccato. Il reggente Maurizio Martina vuole evitare le urne, invitando i suoi a sostenere un governo del presidente. Il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, rieletto con il 32,9%, e Beppe Sala, sindaco di Milano, vorrebbero dieci persone che possano traghettare il partito nell'era post-Renzi, che ha ottenuto alle elezioni del 4 marzo solo il 18,7%. Fine dell'era renziana ancora tutta da valutare comunque, data la prova di forza dell'ex segretario nella direzione Pd.
Il Colle attende così i partiti per la terza tornata delle Consultazioni con i partiti, ma già medita alle nuove elezioni da tenere, forse, in ottobre. Come alternativa un nuovo governo Gentiloni, al fine di cambiare la legge elettorale, oppure un governo tecnico. Nel toto-nomi di Mattarella, il presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno, la rettrice dell'università Luiss Guido Carli Paola Severino oppure l'economista Lucrezia Reichlin. Altrimenti l'ex rettore dell'università Bocconi Guido Tabellini, il presidente dell'Inps Tito Boeri o l'ex ministro del Lavoro e già presidente dell'Istat Enrico Giovannini.
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia