(ASI) Bolzano - "Hai una casa sfitta a Bolzano o un piccolo hotel da ristrutturare? Nessun problema. Basta destinarlo per qualche mese all'accoglienza di profughi richiedenti asilo per ottenere dalla Provincia la strada spianata sul fronte amministrativo per i permessi edilizi e su quello economico, sotto forma di sostegno alla spesa per la ristrutturazione del proprio edificio".
La denuncia arriva da Alessandro Urzì, consigliere della provincia di Bolzano e della regione Trentino Alto Adige con il movimento L'Alto Adige nel Cuore Fratelli d'Italia, che commenta così le disposizioni collegate alla legge di stabilità 2018, attraverso il disegno di legge provinciale n. 146/17 votate giovedì sera in consigli provinciale.
"A far discutere - spiega il rappresentante del centrodestra altoatesino - è soprattutto la norma che autorizza il presidente della giunta provinciale a ignorare l’obbligo di concessioni edilizie o ogni altro obbligo di legge per la ristrutturazione di proprietà anche private da destinare a centri di accoglienza per richiedenti asilo". Ma non solo, prosegue Urzì: "la Provincia si impegna a rimettere a nuovo queste proprietà a spese dell’erario pubblico, con piena soddisfazione dei proprietari che, oltre a potere contare su un affitto, alla fine del periodo di concessione si ritroveranno il rudere, il maso, l’appartamento o la pensione cadente rimessa a nuovo. Un affare d’oro. A spese dei contribuenti".
"Nell'articolo 8 del dispositivo si legge, infatti, che la norma "autorizza l’utilizzo, anche mediante trasformazione d’uso, con o senza interventi edilizi, di edifici o di prefabbricati di proprietà provinciale come strutture di accoglienza per richiedenti protezione internazionale nell’ambito del sistema nazionale di accoglienza, indipendentemente dalla destinazione urbanistica della zona interessata e in deroga alla normativa vigente in materia urbanistica. Quello di Bolzano è un caso unico in Italia, un'occasione di business sui richiedenti asilo nemmeno mascherato e che premierà pochi beneficiati con un cortocircuito di interessi a dir poco sospetto", conclude Urzì.
Lo comunica in una nota l'ufficio stampa di Alessandro Urzì, consigliere della provincia di Bolzano e della regione Trentino Alto Adige con il movimento L'Alto Adige nel Cuore Fratelli d'Italia.