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Referendum. Ad Avellino i Giovani Democratici analizzano le ragioni dei 4 si

(ASI) In un clima di fiducia e responsabilità comincia la Campagna Referendaria “Pensiamo al Futuro” dei Giovani Democratici della Provincia di Avellino in vista del voto per i Referendum Abrogativi del 12 e 13 Giugno.

Giovedì scorso, presso la sede del Partito Democratico di via Tagliamento, i Responsabili Provinciali Ambiente e Green Economy (Amerigo Ferrara), Politiche Sociali (Sabrina Polcari) e Legalità e Anticamorra (Giovanni Di Gennaro) con il Segretario (Giuseppe Mercurio) ed il Vicesegretario (Augusto Nuzzolo) hanno reso note all’intera organizzazione giovanile le modalità attraverso le quali questa campagna di sensibilizzazione sarà mandata avanti per coinvolgere i cittadini attraverso i 45 circoli dei Giovani Democratici presenti sul territorio provinciale. Le opportune conclusioni sono toccate a Michele Grimaldi, Segretario Regionale e Responsabile Nazionale Saperi e ad Andrea Casu, Responsabile Nazionale Ambiente e Beni Comuni. 

Una delle ragioni per cui il Coordinamento Ambiente – Sociale – Legalità ha pianificato la realizzazione della piattaforma mediatica www.pensiamoalfuturo.blogspot.com mira all’utilizzo di questo luogo virtuale da parte dei circoli territoriali per abbattere le distanze ed avere l’opportunità di condividere opinioni, documenti, file audio/video e materiale per i Referendum Abrogativi. 
Dunque si tratta di una vera e propria opportunità per incrementare il lavoro ed al tempo stesso mettere in condizione i cittadini di poter fruire di un’equa informazione, visto che le emittenti televisive nazionali, a meno di un mese dal voto, stanno arrecando un evidente svantaggio agli Italiani in termini di democrazia, non curando in maniera adeguata la pubblicizzazione dei quesiti e avallando in questo modo il pensiero di chi resta convinto che nel sistema di informazione c’è qualche meccanismo che non va più come dovrebbe andare. 
Entrando nel merito del dibattito sui quesiti referendari, sono emerse molteplici sfumature sia di carattere culturale che politico, fermo restando che per correttezza di opinione sarebbe necessario tenere la partita referendaria al di fuori dei colori politici per lanciare un messaggio forte in termini contenutistici e non andare incontro ad obiezioni strumentali. Sul piano delle scelte energetiche il futuro della Nazione potrebbe effettivamente dipendere da questo importante appuntamento con le urne. 
È del tutto evidente sul profilo ambientale la stretta connessione culturale rispetto ai quesiti che attengono all’abrogazione del quadro normativo della privatizzazione della gestione del servizio idrico e del nucleare, infatti nell’immediato futuro saranno preminenti le scelte che atterranno al sistema energetico mondiale. Il fatto che l’Italia faccia parte del G20 in un periodo di transizione epocale e cioè alla fine della seconda rivoluzione industriale, basata sui combustibili fossili, deve spingere la politica e la società ad inquadrare i referendum come la necessita di guardare oltre, per poter scegliere le strategie energetiche opportune e meno invasive possibili. 
La privatizzazione della gestione del servizio idrico ed il nucleare risponderebbero infatti ad esclusive esigenze di stampo economico dei privati e delle multinazionali, a danno dei cittadini. In tal modo, una visione politico strategica complessiva sarebbe svilita inesorabilmente dalla logica del profitto. 
Questa strategia non mirerebbe alla risoluzione delle criticità rispetto alla manutenzione ordinaria del sistema idrico, comporterebbe semplicemente un aggravio fiscale ed una serie di problematiche legate al numero esiguo delle utenze nelle periferie; allo stesso modo il Nucleare, le derivanti radiazioni ed il destino delle scorie, a prescindere da eventi naturali imponderabili, andrebbero a minare la salute e l’incolumità delle comunità, aumentando l’incidenza dei tumori e delle malformazioni genetiche. Appare comunque fin troppo chiaro che a prescindere se la corte di cassazione deciderà se far votare o meno il quesito sul nucleare, è necessario render note le criticità che lo caratterizzano, anche perché è quasi certo che il prossimo autunno sarà ridiscusso e reinserito nei piani energetici nazionali. Rispetto a questo scenario, il quesito sul legittimo impedimento rappresenta il vero ostacolo al quorum, la ragion politica del Governo Berlusconi che tiene insieme interessi economici, legati anche agli altri quesiti, e quel clima di impunità a cui la politica di questo governo, anche attraverso i mezzi di informazione ha inesorabilmente abituato gli Italioti. Gli italiani, invece, vivono per queste ed altre situazioni, eticamente discutibili, una sorta di disagio che non fa che aumentare le distanze tra la società e la politica. A conclusione del serrato dibattito, Michele Grimaldi, Segretario Regionale e Responsabile Nazionale Saperi, dopo aver aperto una breve parentesi sul quadro politico emerso dalle elezioni amministrative in Campania ed in Italia, ha rimarcato la necessità di una partecipazione democratica capillare dell’intera organizzazione giovanile, al cospetto dell’importante appuntamento con i Referendum che potrà rappresentare un ulteriore segnale di risveglio al clima politico che ha instaurato l’attuale governo. La riscossa culturale, secondo il Responsabile Nazionale Saperi va costruita con pazienza e tenacia partendo proprio dalle scuole e dalle università, quali efficienti contenitori di fervide idee ed al tempo stesso fondamenta per la costruzione della futura società. 
Infine Andrea Casu, Responsabile Nazionale Ambiente e Beni Comuni ha tracciato un quadro complessivo e approfondito sulla partita referendaria, analizzando punto per punto i nodi critici che attengono ai quesiti in relazione agli obiettivi reali che contraddistinguono ed hanno contraddistinto nello scorso ventennio il Governo Berlusconi. L’apparente liberismo ha fatto collassare del tutto le politiche sull’ambiente, di fatto, ribadisce il Responsabile Nazionale Ambiente le questioni referendarie impongono all’attuale governo di rinunciare all’alibi del nucleare e di affrontare finalmente la questione energetica. Questo referendum offre alla Nazione un occasione concreta per cambiar rotta e ci si attiverà affinché la maggior parte degli italiani capisca l’importanza di questo momento e decida di recarsi a votare. 
I Giovani Democratici della Provincia di Avellino, consci dello spessore dei prossimi Referendum, ringraziano il nazionale per l’apporto concreto offerto loro e rinnovano dunque l’impegno sul territorio provinciale per far sì che anche l’Irpinia possa contribuire, sia in termini di consapevolezza che numerici, al raggiungimento del quorum. Nelle prossime settimane sono stati programmati infatti una serie di appuntamenti in diversi comuni per adempiere responsabilmente alla sensibilizzazione dei cittadini, iniziative che culmineranno Domenica 5 Giugno in una giornata di mobilitazione generale dell’intera organizzazione dei Giovani Democratici della Provincia di Avellino.
 
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