(ASI) "La legge elettorale uscita dalla Camera e ora al Senato fa ancora discutere. La metto così: non sarà questa legge che potrà farci dire la sera delle elezioni chi avrà vinto e chi governerà. D'altra parte certo sarebbe stato molto peggio affrontare il voto con due regole elettorali difformi uscite dalla Consulta.
Né credo sarebbe stato più efficace ai fini della governabilità approdare al modello tedesco su cui pure si è lavorato nei mesi scorsi e che è saltato per l'inaffidabilità del M5S al momento dell'esame in aula.
Insomma, si conferma che la legge elettorale perfetta non esiste e che più ci si avvicina alla data del voto più è oggettivamente difficile trovare una sintesi e un punto di equilibrio. Il voto di una buona parte delle opposizioni su questa proposta è la migliore dimostrazione dello sforzo positivo fatto in Parlamento. La fiducia - di fatto tecnica - posta dal Governo sul testo della Commissione non toglie nulla, anzi, a questo risultato. Proprio per questo, nelle condizioni date, considero il testo approvato alla Camera oltre che ragionevole, utile per cercare di uscire da una stagione di grande incertezza politica, aggravatasi ahimè dopo la bocciatura della riforma costituzionale nel referendum del 4 dicembre. Impianto sostanzialmente proporzionale, collegi uninominali e brevi liste di partito: un mix che facilita, ma non obbliga la creazione di alleanze.
Ho letto oggi una lettera del candidato premier 5S Di Maio che lamenta una presunta incostituzionalità della legge proprio per la possibilità prevista per più liste o partiti di collegarsi allo stesso candidato nei collegi uninominali: ma volere, e sapere, costruire alleanze è una scelta squisitamente politica! Non c'è nessun trucco e nessun intento penalizzante verso il M5S, come peraltro dimostrano, alla luce dei sondaggi disponibili, le numerose proiezioni sui possibili risultati tra i diversi schieramenti.
Per i due ‘gruppi’ di centrodestra e di centrosinistra si apre ora una bella partita. Berlusconi, Salvini, Meloni manifestano tra loro non poche differenze politiche e di visione (basti pensare al ruolo e alla configurazione dell'Unione Europea, o al tema dei referendum autonomisti del Nord) però mi sembra diano per scontato di poter trovare un accordo.
E dalla nostra parte? Con questa nuova legge elettorale - che, spero, sarà rapidamente confermata dal Senato - si potrà riaprire un cantiere programmatico togliendo alibi a tutti. Un cantiere programmatico, concreto, puntuale, che esca dai personalismi e si proponga di offrire agli elettori un ragionamento coerente.
Sabato scorso all'Eliseo Paolo Gentiloni ha usato queste parole: "Apertura vs chiusura, Europa vs sovranismo, fiducia vs paura, equità vs privilegi. Questa è la mappa del futuro". Ecco io vorrei che il PD - forte di questa identità, per nulla appannata nei dieci travagliati anni della nostra giovane storia - possa chiamare tutti coloro che si dichiarano di sinistra e riformatori a confrontarsi su questa mappa e a trarne idee precise e realizzabili per il futuro. Tutto il resto - i personalismi, i rancori, i retroscena, le scissioni delle scissioni - sono veleno puro per il nostro popolo e allontanano i migliori, i più disinteressati, spesso i più competenti e appassionati. Abbiamo pochi mesi, poche settimane se pensiamo a tutto il lavoro che c'è da fare in Parlamento per chiudere ordinatamente e bene la legislatura e alle vicine elezioni siciliane. Apriamo subito, già da Napoli, questo cantiere. Le elezioni si vincono con buone idee e con una buona campagna elettorale, prima ancora si vincono con la mobilitazione e la partecipazione di tutti quelli che hanno voglia di dare una mano. Cerchiamoli e facciamoli sentire a casa loro". Lo scrive nella sua newsletter (bollettino informativo) Marina Sereni, parlamentare del PD e Vice Presidentessa della Camera.