(ASI) Roma - Dopo la mattinata caotica vissuta ieri nel IV Municipio, in una nota congiunta Fratelli d'Italia rivendica la paternità della richiesta del Consiglio Straordinario che si terrà il 13 Settembre al Tiburtino III, dove si parlerà del centro d'accoglienza di via del Frantoio.
Alle dichiarazioni dei meloniani non ci sta Mauro Antonini, responsabile per il Lazio di CasaPound Italia, che giudica 'puerile e disonesto attribuirsi il merito delle altrui battaglie, per non parlare della commiserazione che certi comportamenti suscitano'. "Non ci sono dubbi: se il 13 Settembre i cittadini di Tiburtino III potranno finalmente incontrare le istituzioni del IV Municipio per discutere del centro d'accoglienza di via del Frantoio - dichiara Antonini - il merito va riconosciuto a CasaPound che ha forzato la mano dei capigruppo presenti ieri in Municipio". "Nonostante la presenza dei cittadini, i numerosi video e articoli a testimonianza delle mie parole - continua Antonini - Fabrizio Ghera, Gianni Ottaviano, Roberto Santoro e Luca Scerbo si sono prodigati in una nota congiunta dove affermano che Fratelli d'Italia è il primo firmatario della richiesta del Consiglio Straordinario per il 13 Settembre. In realtà, Fratelli d'Italia non è né il primo né l'ultimo firmatario, visto che la richiesta è stata accolta plebiscitariamente da tutti i capigruppo presenti, dal Partito Democratico ai 5 Stelle, passando per Forza Italia e, appunto, Fratelli d'Italia. Chi ha fatto la differenza in questa vicenda è CasaPound Italia che, da esterna alla 'stanza dei bottoni', ha dettato le regole, non lasciando altra possibilità di scelta ai capigruppo". "Se, come si legge nella nota, Fratelli d'Italia ha 'sostenuto senza mezzi termini che il centro andava chiuso' - termina Antonini - nel Consiglio Municipale di ieri, dopo ben trentacinque giorni di ferie e gozzoviglie, questo doveva essere il loro primo pensiero. Peccato che CasaPound ha interrotto un mite consesso in cui si discuteva di 'pareri' e altre amenità, trovando il capogruppo di Fratelli d'Italia in armonia con l'indolenza generale che si respirava in quell'aula".