(ASI) Gorizia – Perché il Partito Democratico, o la sinistra, in generale, "odia" a tal punto i simboli della Patria, del nostro passato, al punto da volerli modificare, rimuovere, cancellare, o nel peggiore dei casi, deturpare? La risposta appare ovvia: il disprezzo delle memorie patrie sembra essere nel loro Dna.
Quante volte, anche in queste pagine di Agenzia Stampa Italia, abbiamo raccontato storie raccapriccianti, come il tentativo di cambiare il nome al Paese Ronchi dei Legionari in Ronchi dei Partigiani, o la volontà di Laura Boldrini di abbattere l’obelisco “Mussolini Dux” davanti allo Stadio Olimpico a Roma.
Ora, la nuova assurda notizia, proviene ancora una volta dal Friuli Venezia – Giulia. Regione sacra alla Patria, ma non certo per gli amministratori del PD, i quali vogliono “trasformare l’Isonzo da 'fiume sacro per la patria' a 'fiume sacro per i popoli europei”.
Sandra Savino, parlamentare e coordinatrice di Forza Italia in Friuli Venezia - Giulia, ha già annunciato un’interrogazione rivolta al Ministro della difesa, Roberta Pinotti, per chiedere un intervento a seguito dell’iniziativa di alcuni sindaci del Pd che hanno apposto sui ponti che attraversano il fiume Isonzo della targhe recanti la dicitura 'Isonzo fiume sacro ai popoli europei'. L’analisi della Savino non fa una piega: «Non comprendo bene il perché si voglia attribuire ad uno dei tratti fluviali definiti dallo stesso ministero come 'sacri per la patria' un ruolo diverso. La retorica del Pd è ormai quella di cancellare la nostra storia adattandola al presente in nome di una ideologia inaccettabile». «L’Isonzo - prosegue la parlamentare azzurra - è il simbolo di una guerra durissima fatta in trincea e narrata dal poeta Giuseppe Ungaretti. Lungo le sue acque si sono combattute battaglie violente, alcune vinte, altre perse in modo anche terribile, penso ovviamente a Caporetto. Definirlo un fiume sacro per i popoli europei è semplicemente un insulto alla nostra storia che non può essere accettato».
La parlamentare azzurra non poteva descrivere il suo territorio con parole migliori. E nella speranza che questa follia distruttrice possa essere definitivamente arginata e dimenticata, noi conserviamo il ricordo di quell’Isonzo, di Oslavia e di quella fronte che ha visto morire la generazione migliore degli italiani di cent’anni fa.
Dal sito del Ministero della Difesa:
Valentino Quintana – Agenzia Stampa Italia