(ASI) Il gruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale ha presentato e depositato in aula diciassette emendamenti al disegno di legge di conversione del decreto legge misure di tutela del risparmio nel settore creditizio (Ac 4280).
Gli emendamenti presentati da Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale
(ASI) Il gruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale ha presentato e depositato in aula diciassette emendamenti al disegno di legge di conversione del decreto legge misure di tutela del risparmio nel settore creditizio (Ac 4280).
Emendamenti migliorativi e correttivi di un provvedimento che secondo Fdi-An “è come al solito sbilanciato in favore dei banchieri”.
Quattro di questi emendamenti scaturiscono da altrettante proposte di legge sul sistema bancario presentate dal gruppo in questa legislatura: ripubblicizzazione della Banca d'Italia, suddivisione tra banche commerciali e banche d'affari, istituzione di una commissione d'inchiesta sul sistema del credito in Italia, introduzione del reato di stalking bancario.
Proposte di legge mai licenziate, nonostante la norma regolamentare della Camera preveda una quota riservata di provvedimenti licenziati all’opposizione.
Per le aree del terremoto è stato presentato un emendamento destinato invece alla riparazione e ricostruzione privata e pubblica con una dotazione di due miliardi di euro. I restanti emendamenti riguardano la tutela dei livelli di occupazione in seno alle banche, mentre è previsto il licenziamento di coloro che si sono resi responsabili del dissesto bancario; la tutela della nazionalità italiana come pre-requisito per accedere al Fondo di garanzia previsto dal dl.
Una proposta di modifica è stata fatta per inserire un tetto agli stipendi dei manager degli istituti di credito. Trasparenza sugli insolventi seriali, con la richiesta di pubblicazione della lista dei grandi debitori, battaglia sulla quale già al Senato si sono registrate resistenze da parte del Partito Democratico.
Un emendamento anche per garantire la filiera degli investimenti attraverso l'introduzione del divieto per i fondi pensione di investire nel mercato dei crediti deteriorati.