(ASI) Roma - “I voucher stanno cannibalizzando altre tipologie contrattuali, proprio come successo in Germania con i mini-job. Nessuna formazione, nessuna tutela alle persone: i buoni spesso servono, in realtà, anche per giustificare il lavoro nero. Siamo a una ‘voucheropoli’ conclamata”. Lo denunciano i deputati M5S che oggi, con un’interpellanza a prima firma Tiziana Ciprini, hanno chiesto conto in aula al governo circa un monitoraggio del fenomeno e possibili correttivi alla disciplina del lavoro accessorio.
“Laliberalizzazione di questo strumento ha fatto sì che prendesse quota in settori diversi dall’agricoltura: commercio, turismo, edilizia. Si è allargata la platea dei destinatari - aggiunge Ciprini - e il limite di importo annuo. Così siamo arrivati a 102 milioni di pezzi emessi nel 2015. Ma siamo a una forma spinta di precariato, l’evoluzione del vecchio cottimo”.
“D’altronde il disegno del Jobs act è chiaro: agevolare la circolazione del capitale comprimendo i diritti del lavoro. I dati Oxfam dimostrano che stanno aumentando le diseguaglianze, mentre non è dimostrata alcuna correlazione tra flessibilità precarizzante e creazione di posti o aumento produttività”, riflette Ciprini.
“Tutti i governi, di destra e sinistra, si sono trovati d’accordo sul principio di liberalizzazione dei voucher. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il M5S invece - conclude la deputata Cinquestelle - sa che un reale progresso passa soltanto attraverso un Reddito di cittadinanza per tutti e a una forte redistribuzione delle ricchezze”.