(ASI) Sanremo – Nella giornata di mercoledì 13 gennaio, il peschereccio italiano Mina, con a bordo il suo Comandante Ciro Lobasso e l’equipaggio, si stava addentrando nella zona di mare vicina a Ventimiglia. Direzione la “Fossa dei gamberi” – anche conosciuta con il nome di “Fossa del Cimitero” in quanto un tempo si identificava allineando la prua della barca alle croci del camposanto di Ospedaletti – nella quale si trova quello che viene ritenuto il “paradiso dei gamberi”. Un pezzo di mare con la ricchissima presenza di gamberi, tanto preziosi che permettono a ben dodici imbarcazioni del Comune di Sanremo di lavorare e che nella stagione invernale dà da mangiare a una quarantina di famiglie.
Quindi come da consuetudine, il citato peschereccio si era fermato nelle acque di quella fossa che tante volte aveva solcato, e l’alacre equipaggio, senza alcun pensiero, aveva fatto calare le reti da pesca per ghermire i tanto pregiati crostacei. Poco dopo che i marinai si erano messi all’opera, da lontano giunge a tutta velocità una motovedetta della Guardia Costiera francese. Le autorità d’Oltralpe giunte difronte la Mina vi salgono a bordo, e senza tanto rifletterci assumono il controllo della nave con direzione il porto di Nizza.
«Sono saliti a bordo con un’ascia in mano minacciando di tagliarci le reti. Poi ci hanno chiesto con arroganza se nascondevamo armi. Anzi, volevano che le tirassimo fuori, ma noi a bordo ovviamente non ne teniamo. Infine, hanno minacciato di metterci le manette e dopo aver preso il comando dell’imbarcazione ci hanno trainati al porto di Nizza». Queste sono state le dichiarazioni rilasciate dall’incredulo Comandante Lobasso.
La Guardia Costiera francese ha contestato al peschereccio italiano di avere violato i confini e di essersi introdotto illegalmente in territorio di Francia. Comminandogli il sequestro del mezzo e una salatissima multa di ben 8.300 € per il dissequestro dello stesso.
La Capitaneria di porto di Sanremo ha fatto presente ai colleghi francesi che non c’è stato nessuno sconfinamento, come ha rimarcato lo stesso Comandante peschereccio sanremese affermando che l’anno precedente nelle stesse acque non gli fosse stato contestato nulla. Ma la polizia della Repubblica di Francia è stata irremovibile.
Il “qui pro quo” tra la gendarmeria francese, le autorità italiane e il malcapitato peschereccio, per l’avvenuto o no sconfinamento è stato chiarito nei recenti giorni. L’arcano dei confini violati è spiegato dal fatto che gli stessi confini sono stati ridisegnati.
Infatti 21 marzo 2015 a Caen si sono incontrati quattro ministri, due dello Stato francese e due di quello italiano. Rispettivamente Il ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian e quello degli Esteri Laurent Fabius con gli omologhi italiani Roberta Pinotti e Paolo Gentiloni. Durante l’incontro, tenutosi nel complesso dell’abbaye aux Dames, che è sede del Consiglio regionale della Bassa Normandia, si è trattato dei temi di interesse internazionale, “Libia” soprattutto. Al termine Fabius e Gentiloni hanno firmato un trattato bilaterale che ha come oggetto la ridisegnazione di alcuni confini marittimi lungo il Mediterraneo tra l’Italia e la Francia, ponendo una particolare attenzione per il tratto di mare al largo della costa tra Mentone e Ventimiglia; limiti che fino a quel momento erano regolati dalla convenzione del 1892 e da sempre riconosciuta dalle due Nazioni. Il mutamento non è stato eccessivo, un miglio soltanto, ma la distanza giusta per far finire in mano francese la “Fossa del Cimitero”. Da quanto sembra, inversamente, l’Italia sarebbe entrata in possesso di qualche pezzo di mare difronte all’isola di Capraia e all’Elba, privandole alla Corsica.
Il grosso problema che ha causato l’incidente diplomatico è dato dal fatto che il cambiamento di geografia politica non è stato comunicato ne ai pescatori, ne alle autorità di polizia di Sanremo, ne per giunta al governo della Regione Liguria, così facendo cadere dalle nuvole le istituzioni liguri.
Il trattato deve essere ratificato dal Parlamento italiano, che non avendolo ancora trasformato in legge non è stato ritenuto urgente di comunica alle istituzioni regionali. Ma a differenza della Repubblica Italiana, lo Stato di Francia lo ha subito ritenuto in vigore, considerando così suo il tratto di mare in questione.
Il presidente della Regione Giovanni Toti esternando il suo sorpreso sconcerto ha dichiarato: «Non sapevamo nulla, è inaudito! Ci hanno scippato un pezzo di mare senza dirlo, cioè una risorsa che è turistica ed economica, dà lavoro e garantisce sviluppo. Perché? Gentiloni dovrà fornire adeguate spiegazioni». Gli fa eco la senatrice del Partito Democratico Donatella Albano «Non si decidono cose così importanti senza coinvolgere il territorio», annunciando un’interrogazione parlamentare.
Per il momento la vicenda è ancora tutta da chiarire. Ma il fatto che lo Stato italiano si sia lasciato sfuggire una così importante risorsa per l’economia e il prestigio non solo della Liguria ma anche dell’Italia, dà da pensare molto. La storia del “Fosso dei gamberi” e del peschereccio italiano, in piccolo riflette una tendenza che in questi anni rimane ben salda nella classe dirigente dell’Italia. Ovvero, fare bella figura con i vicini Stati comunitari, mostrarsi ligi ai dettami di Bruxelles, ed essere totalmente priva di aderenza agli interessi nazionali.
Federico Pulcinelli – Agenzia Stampa Italia