(ASI) Una nuova strage incredibile, terrificante, spaventosa sconvolge la nostra vita. E il dolore per tutte le vittime innocenti di questa lucida follia ci stringe il cuore.
Possano riposare in pace tutti quelli che senza motivo hanno perso la vita. Possano i loro cari sentire il calore dell'abbraccio fraterno di tutte le donne e gli uomini amanti della pace.
Una nuova strage. Come le molte che si susseguono tutti i giorni in tanti posti del mondo. Parigi come Beirut, Damasco, Kabul, Tripoli, Mogadiscio, Gaza, Gerusalemme,...
E' la guerra che, pezzo dopo pezzo, si estende travolgendo vite, città, frontiere, valori, diritti, umanità,...
E' urgente trovare il modo per fermare questa impressionante escalation, per rompere la spirale della guerra, del terrorismo e dell'odio, per mettere fine a questa sanguinosa follia, a questi crimini orribili che stanno uccidendo i nostri fratelli e sorelle.
Quello che è stato fatto sino ad oggi è sbagliato o insufficiente. Anche le nostre manifestazioni per la pace non sono bastate. Molte soluzioni proposte negli ultimi trent'anni sono state irresponsabilmente scartate dai responsabili della politica nazionale e internazionale e oggi appaiono più lontane. Ci deve essere un ripensamento complessivo.
Siamo dentro ad una guerra complicata che rischia di essere lunga e sanguinosa. Chi sparge altro odio, chi invoca altro sangue, chi predica risposte facili e risolutive è un pericoloso ignorante.
Serve un nuovo inizio.
Un nuovo inizio per l'intera comunità internazionale. Di fronte ad un pericolo globale così grande serve una risposta globale. La marginalizzazione dell'Onu, il fai da te delle "coalizioni dei volenterosi", lo scontro tra i cosiddetti "interessi nazionali", la rinuncia a fare un'Europa politica, la politica "dei due pesi e delle due misure" sono stati errori colossali.
Le guerre, il terrorismo come il clima, le migrazioni, la miseria sono problemi globali, fortemente intrecciati, con conseguenze globali. Le risposte parziali, improvvisate e disordinate che ci sono state sino ad ora non servono. I problemi sono molto complessi ma non siamo privi di mezzi.
Un nuovo inizio è necessario anche per ciascuno di noi che amiamo la vita, l'umanità e la pace. Le marce, i cortei che abbiamo organizzato e che continueremo ad organizzare non sono abbastanza. Abbiamo bisogno di scavare le trincee della pace da dove difendere le sorgenti vive della nostra umanità contro il contagio dell'odio montante.
La sfida è immensa. Abbiamo la necessità urgente di ri-unire un'umanità divisa, di ri-costruire una politica di pace, di ri-svegliare un movimento popolare di pace. Come fare? Ci vorrà tempo. Ciascuno inizi dalla propria città, nella propria scuola. Dopo le prime reazioni di sdegno, abbiamo bisogno di riflettere e di progettare un nuovo futuro vincendo rassegnazione e indifferenza. Facciamolo assieme, in rete! Facciamolo ora, prima di essere risucchiati nel nostro quotidiano. Facciamolo presto! S'è fatto tardi.