(ASI) "La Comunità del Mondo Arabo in Italia condanna con fermezza la pratica delle mutilazioni genitali femminili sulle ragazze e sulle donne in Egitto ed in Medio Oriente".
E' la risposta dell'Islam laico proferita dalle parole del Prof. Foad Aodi, Presidente della Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), dell'Associazione dei Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI) e del Movimento Internazionale "Uniti per Unire", alla recente denuncia delle Nazioni Unite avanzata contro la condizione delle donne egiziane. Secondo un rapporto rilasciato dall'autorità del Cairo, il 92 per cento delle donne sposate in Egitto, in età compresa tra i 15 ed i 49 anni, sarebbe stata sottoposta a queste "pratiche".
"Confermiamo con triste sdegno il nostro impegno nazionale ed internazionale per contribuire a ridurre il fenomeno delle mutilazioni genitali nel mondo. Ne ribadiamo la totale condanna esprimendo il pensiero di un Islam puro, incontaminato e laico. Spesso l'ignoranza diffusa di molti genera gravi errori. La sola circoncisione permessa dall'Islam non ha niente a che vedere con le MGF. "Molte realtà ci lasciano sgomenti. Alle difficoltà del perpetrarsi di problematiche irrisolte in Medio Oriente, si aggrava l'azione anti-integrazione di alcuni politici italiani. Pensiamo solo alla richiesta della chiusura delle moschee dell'On. Roberto Maroni.
Ci opponiamo alla chiusura cieca delle moschee, ribadiamo la nostra richiesta - già avanzata mediante il manifesto Co-mai - che comprende un registro ed una mappa per le moschee, che ne regoli e ne autorizzi la presenza sul territorio italiano. Non devono esserci predicatori dall'estero. Chiediamo a viva voce un albo per gli Imam, con la preghiera o kotba del venerdì anche in lingua italiana. Serve una vera cooperazione internazionale che fornisca aiuti sanitari ed umanitari tramite accordi bilaterali. Centri di accoglienza nei luoghi di transito, una legge più severa nei confronti di chi combatte con i movimenti estremisti islamici. Occorrono nuove politiche per l'accoglienza e l'integrazione, in particolare per le fasce più deboli delle popolazioni. Un maggiore controllo delle zone "grigie" che possono essere a rischio sicurezza ". Conclude Foad Aodi che con Amsi ,Co-mai ed Uniti per unire porta avanti i due progetti gemelli la "Buona immigrazione" e la "Buona sanita'" supportati da una "Buona informazione".
Redazione Agenzia Stampa Italia