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Berlusconi: " Riforma della Giustizia" davvero epocale?

(ASI) Quando si parla di giustizia si suppone che l’argomento riguardi quello che deve essere compreso nella tradizione del diritto della nostra civiltà giuridica e che sia giusto per tutti i cittadini. Ogni cosa che esuli da questi parametri è di per se stessa un pretesto per raggiungere altri obiettivi diversi dalla giustizia e pertanto illeciti e fraudolenti.

Ed allora consideriamo gli elementi portati a nostra conoscenza, contenuti nella proposta di legge costituzionale proposta dal governo di Silvio Berlusconi e che va sotto il nome di “Riforma della giustizia” che Berlusconi definisce “Epocale”.

- E’ giusto eliminare l’obbligatorietà dell’azione penale lasciando all’arbitrio del parlamento di stabilire quali reati siano da perseguire e quali invece si debbano lasciare correre?

- E’ giusto che se la legge dello Stato censura e condanna alcuni comportamenti come reati essi possano non essere perseguiti perché il parlamento decide che quelle leggi non debbono praticamente essere ottemperate, magari per favorire qualche personaggio importante che quei reati ha commesso?

- E’ giusto che la corte costituzionale risulti nominata al 50% anziché per un terzo come ora, dal governo che così potrebbe godere di una situazione di favore e di privilegio nelle votazioni che decidono sulla costituzionalità degli atti e delle leggi promulgate da quello stesso governo?

- E’ giusto dividere la carriera tra PM e giudici in modo da impedire per tutta la vita ai primi di essere promossi all’incarico più prestigioso e nello stesso tempo mettere i PM sotto il controllo del governo in modo da pregiudicarne l’indipendenza e di condizionarne l’azione quando essa disturbasse membri influenti del governo per reati commessi?

- E’ giusto che le carriere dei giudici siano sottoposte a concorsi, sapendo, come sappiamo, come vanno in Italia i concorsi che sono nelle mani dei potenti di turno e che quindi condizioneranno la carriera dei giudici in base alla loro benevolenza verso il potere?

- E’ giusto che “Al ministro della Giustizia venga riconosciuta la possibilità di promuovere azioni disciplinari non solo contro provvedimenti abnormi, come già avviene, ma anche contro interpretazioni sgradite” ?

- E’ giusto che sia vietata ai magistrati l’iscrizione a partiti politici e pure la partecipazione ad attività di centri politici o affaristici violando così diversi articoli della costituzione italiana, della carta dei diritti fondamentali della UE e della carta dei diritti dell’uomo dell’ONU?

- E’ giusto che La polizia giudiziaria non sia più alle dipendenze dei PM per le indagini, ma che dipenda dai vari ministeri e quindi dal governo che ne indirizzerà le indagini laddove esse non coinvolgano membri del governo e uomini del potere?

- E’ giusto che le intercettazioni telefoniche siano ampiamente limitate e che per farle si debba già avere “Certezza di reato” e cioè si debba essere nella situazione in cui esse non servono più, mentre il loro scopo è quello di scoprire se un sospetto di reato può essere confermato?

Potremmo proseguire per pagine e pagine ad elencare una serie di provvedimenti che sembrano tutti mirare a raggiungere lo stesso scopo: tenere fuori dai guai Berlusconi. Una revisione delle norme che, a causa dei mille impedimenti e laccioli che legheranno le mani alla giustizia, appare, invece come una sorta di ovattata impunità per la classe politica dominante.

Se così stessero le cose, questa riforma non si deve chiamare della giustizia, ma dell’ingiustizia e dell’arbitrio. Pertanto, per evitare ogni rischio, è opportuno bocciarla quando saremo chiamati a giudicarla nell’inevitabile referendum!!

 

Alessandro Mezzano

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