Giornale multimediale Agenzia Stampa Italia Notizie, Lunedì 12 Maggio 2025 - ore 21:55:14
Libia: Palmizio (Fi), Governo difenda infrastrutture energetiche

(ASI) Il deputato di Forza Italia, Elio Massimo Palmizio, ha presentato un’interpellanza al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e al Ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, relativa  alle condizioni di emergenza e di pericolo per il nostro Paese derivanti dagli eventi tragici in Libia e in Medio Oriente.

In particolare, il deputato azzurro chiede una conferma delle informazioni riportate dal sito intermet "ilforconedeldiavolo.it", secondo le quali la nave militare San Giorgio si sarebbe posizionata in prossimità delle coste libiche nell'eventualità d'intervenire a protezione sia dei nostri connazionali che dei giacimenti petroliferi gestiti dall'Eni, nonché degli altri impianti di idrocarburi, i cui gasdotti che giungono dalla Libia alla Sicilia orientale distribuiscono energia per il nostro Paese.

"Le notizie sempre più allarmanti che giungono dalla Libia – scrive Palmizio nell'interpellanza - dei continui attacchi e attentati ad impianti petroliferi, confermano come occorrano misure d'intervento rapide ed incisive, in grado di interrompere una situazione di estrema gravità, che appare oramai fuori controllo e coinvolge in maniera evidente e diretta l'Italia".

Il parlamentare azzurro chiede anche di "informare il Parlamento su come il Governo si stia organizzando per tutelare il personale italiano che opera il Libia" e su "quale sia il piano d'intervento a difesa delle infrastrutture energetiche quali gas e petrolio, in caso di attacchi o bombardamenti".

Infine, "quali iniziative intendano assumere, al fine di garantire l'efficientamento energetico all'Italia, nel caso in cui vi fosse una riduzione del quantitativo distribuito nel territorio, a seguito di attentati terroristici, agli impianti petroliferi o del gasdotto, in grado d'interrompere il processo produttivo", conclude Palmizio.

INTERPELLANZA

Il sottoscritto chiede di interpellare, il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro della difesa, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

- secondo quanto riportato sul sito internet: ilforconedeldiavolo.it, il nostro Paese avrebbe predisposto, in via riservata, un piano militare d'intervento in Libia, a seguito dei recenti tragici avvenimenti connessi agli attacchi da parte dei terroristi islamici dell'Isis, che hanno preso il controllo di una parte del Paese nord-africano, minacciando tra l'altro attentati in Italia;

- il medesimo sito web descrive a tal fine, che a seguito dell'indecisione e dei ritardi da parte dell'Onu e della Nato, nel definire un quadro d'intervento, la marina militare italiana, avrebbe già avviato i primi movimenti decisi in maniera rapida, attraverso lo spostamento della nave San Giorgio, che da Brindisi ha raggiunto il Golfo di La Spezia, imbarcando un numero imprecisato di marò e di operatori del Goi (il Gruppo operativo incursori del famosissimo Comsubin - Comando subacquei incursori, del Varignano), per dirigersi successivamente per uno scalo tecnico alla Maddalena, in Sardegna, fino a discendere ulteriormente verso Augusta, base della marina posta nella Sicilia orientale, in provincia di Siracusa;

- il suindicato organo d'informazione telematico, a tal fine, si pone il quesito sull'effettivo significato di tale rapido spostamento navale da un capo all'altro del mediterraneo, aggiungendo inoltre, come desti sospetto e perplessità, l'imbarco degli operatori del Goi, che rappresentano l'élite mondiale delle forze speciali e un numero indefinito di militari del battaglione San Marco;

- l'ipotesi più probabile è che il compito della San Giorgio sia quello di stazionare al largo della Libia, in acque internazionali, pronta ad intervenire con immediatezza in caso di netto peggioramento della crisi in corso, per proteggere la fondamentale piattaforma petrolifera off shore ENI di Sabratha, posta sul mare a centodieci chilometri a nord ovest di Tripoli, che rappresenta una imponente struttura d'acciaio in cui l'ENI ha investito nel 2004 oltre 7 miliardi di euro e sulla quale cui stazionano ben 15 pozzi che estraggono dal giacimento sottomarino di Bahr Essalam preziosissimo gas, indispensabile per le necessità energetiche dell'Italia;

- la suddetta infrastruttura, rappresenta infatti un'opera pressoché vitale, che pompa dal mediterraneo circa 13 milioni di metri cubi di gas al giorno, ovvero una quantità rilevante che confluisce nella stazione di compressione di Mellitah, a poche decine di chilometri da Tripoli, gestita con un'apposita joint-venture italo-libica, e una volta trattata, attraverso il prodigioso gasdotto Greenstream giunge sino a Gela, nella Sicilia meridionale, da cui viene distribuita a tutto il Paese;

- insieme con il gas di Bahr Essalam, attraverso tale opera dell'ingegneria italiana giungono in Sicilia, anche il gas e il petrolio estratti nel deserto a Wafa, al confine tra Libia, Tunisia e Algeria, ed il petrolio di Bouri e del giacimento off shore Elephant;

- nel complesso si tratta del 12% del fabbisogno energetico italiano annuo, il cui dato che non può non far riflettere il Governo in carica e le autorità di controllo italiane;

- quanto suesposto, ove fosse confermato, a giudizio dell'interrogante, non può che destare profonda preoccupazione, in considerazione degli elevati livelli di pericolosità cui il nostro Paese potrebbe essere implicato sia dal punto di vista di una imminente azione militare, che sotto il profilo dei rischi energetici derivanti da attentati ai suesposti impianti petroliferi, fondamentali per l'approvvigionamento di idrocarburi distribuito sull'intera rete nazionale;

- l'interrogante a tal fine evidenzia, come le attuali condizioni di emergenza e di pericolo derivanti da un lato dalla crisi russo-ucraina e dall'altro, dalla costante situazione drammatica legata ai tragici avvenimenti nel Medio Oriente, rischiano di aggravare ulteriormente il quadro geografico del mediterraneo anche a seguito della presenza dei terroristi islamici jihadisti dell'Isis;

- a tal fine, l'interrogante rileva che, nel caso in cui gli stessi terroristi si impadronissero della piattaforma di Sabratha, degli altri impianti gestiti dall'Eni inclusi quelli di Mellitah stessa, con la possibilità di prendere preziosissimi ostaggi, anche connazionali distruggendo o comunque bloccando il flusso di gas e petrolio che passa ogni giorno attraverso Greenstream, il nostro Paese potrebbe subire dei contraccolpi disastrosi sia sul piano di perdite umane, che sotto il profilo di gravissime ripercussioni economiche;

- le notizie sempre più allarmanti che giungono dalla Libia, con cadenza oramai quotidiana, dei continui attacchi e attentati ad impianti petroliferi, da ultimo la società National Oil Company, che ha fermato le attività di undici giacimenti del Paese nord africano a seguito degli attacchi messi a segno dai jihadisti, confermano a parere dell'interrogante, come occorrano misure d'intervento rapide ed incisive, in grado di interrompere una situazione di estrema gravità, che appare oramai fuori controllo e coinvolge in maniera evidente e diretta l'Italia, nonché definire un quadro generale delle condizioni attuali, che al momento appaiono confuse e indeterminate;

quali valutazioni intendano esprimere, nell'ambito delle rispettive competenze, con riferimento a quanto esposto in premessa;

se intendano confermare, per le parti di competenza propria, le articolate informazioni riportate, dal sito web: ilforconedeldiavolo.it secondo le quali la nave militare San Giorgio, si sarebbe posizionata, in prossimità delle coste libiche, nell'eventualità d'intervenire a protezione sia dei nostri connazionali, che degli stessi giacimenti petroliferi gestiti dall'Eni, nonché degli altri impianti di idrocarburi, i cui gasdotti che giungono dalla Libia alla Sicilia orientale distribuiscono energia per il nostro Paese;

se intendano altresì confermare, che le notizie diffuse dal medesimo sito internet, secondo le quali il pattugliamento della nave San Giorgio, a cui si sono aggiunte anche altre unità militari navali, non rappresentano pertanto un'esercitazione navale all'interno del Mediterraneo, ma bensì la sorveglianza marittima, legata all'eventualità di un'azione militare, finalizzata a tutelare gli impianti petroliferi gestiti dalla compagnia italiana;

se a tal fine, non ritengano urgente ed opportuno, fermo restando le necessarie ed indispensabili precauzioni legate alla riservatezza degli interventi militari, informare il Parlamento, come il Governo si stia organizzando per tutelare il personale italiano che opera il Libia, nonché quale sia il piano d'intervento a difesa delle infrastrutture energetiche quali gas e petrolio, in caso di attacchi o bombardamenti da parte dei terroristi islamici dell'Isis;

quali iniziative infine, per quanto di competenza, intendano assumere, al fine di garantire l'efficientamento energetico all'Italia, nel caso in cui vi fosse una riduzione del quantitativo distribuito nel territorio, a seguito di attentati terroristici, agli impianti petroliferi o del gasdotto, in grado d'interrompere il processo produttivo.

Palmizio

 

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