(ASI) Progetti imbroglio. Diversi genitori denunciano l’invio direttamente a casa una liberatoria per poter filmare e fotografare i ragazzi in classe.
“C’è un attacco diretto, frontale, e anche finanziato, contro i bambini, le famiglie tradizionali e l’educazione. Si tratta di progetti e programmi finanziati e sostenuti dalla Regione Lazio su cui vogliamo vederci chiaro e che stanno coinvolgendo soprattutto scuole dell’infanzia e scuole elementari. In alcuni casi si tratta di specifici progetti di educazione gender, in altri pur avendo gli stessi contenuti dei precedenti sono celati sotto la bandiera della lotta al bullismo. Ma intanto questi progetti continuano a destare preoccupazione tra i genitori e di segnalazioni ne arrivano quotidianamente. Dopo i menù etnici, poi quelli europei, ecco un altro progetto ideologico della sinistra che si vuole imporre ai bambini romani e alle famiglie di questa città. La Regione Lazio interrompa immediatamente l’erogazione di questo servizio non gradito e su cui c’è un vero e proprio imbroglio. La scuola ha bisogno di ben altro innanzitutto di cadere a pezzi”, così in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio.
“Nello specifico diversi genitori delle scuole Girolami ai Colli Portuensi e della ex De André di Via della Nocetta nel Municipio XII di Roma denunciano che venerdì è stata inviata direttamente a casa una liberatoria da firmare per poter filmare e fotografare i ragazzi in classe e, naturalmente, ciò sta destando ulteriore sconvolgimento. Ne vorremmo sapere di più anche noi, considerato che non sappiamo nello specifico a dove vogliono portare realmente questi progetti. Si tratta di una violenza che le famiglie stanno subendo e che calpesta la Costituzione italiana, perché molti genitori per paura di essere tacciati di omofobia non riescono a manifestare esplicitamente la non condivisione dell’iniziativa. E noi, come loro, non siamo omofobici, ma vogliamo soltanto ribadire la centralità della famiglia nell’educazione, il fatto che taluni progetti non possano essere erogati a bambini così piccoli e, infine, che la scuola debba insegnare il rispetto, di tutti. Non servono quindi artefatte e ideologiche campagne di educazione di genere da inculcare ai bambini tramite le associazioni omosessuali, ma qualcosa di più semplice, più generale e certamente più efficace: se l’obiettivo fosse veramente quello di rispettare il prossimo”, conclude Santori.
Redazione Agenzia Stampa Italia