(ASI) L'accordo di associazione con l'Ucraina prevede disposizioni specifiche in punto mobilità dei lavoratori e libera circolazione degli stessi all'interno della UE.

Il testo approvato (agli artt. 18 e 19) è volto a facilitare l'accesso dei lavoratori ucraini al mercato del lavoro europeo ed a favorirne la libera circolazione all'interno della UE. L'Ucraina ha una popolazione di 45 milioni ca. di abitanti, un tasso di disoccupazione di ca. il 9-10% mentre lo stipendio medio della fascia occupata della popolazione è inadeguato a far fronte al costo della vita locale. E' facile prevedere che il numero di lavoratori ucraini che si proporranno in Europa accettando un livello salariale al di sotto della media europea, e dunque più vantaggioso per le imprese, sarà rilevante. La Commissione Europea ha calcolato quale potrebbe essere l'impatto dell'offerta di lavoro ucraina sul mercato del lavoro europeo?

Non ritiene la Commissione Europea che l'assorbimento in Europa di manodopera ucraina vada ad aggravare ulteriormente le stime della disoccupazione europea, mai cosi' alta come ora? Non ritiene la Commissione che sia giunto il momento di adottare serie politiche del lavoro a vantaggio dei cittadini europei anziché incentivare nuove forme di schiavismo mascherato? Ho posto queste domande in una mia interrogazione scritta ai superburocrati di Bruxelles.

Le risposte che darà la Commissione saranno come al solito vuote e formali ma una cosa è certa, ogni decisione di Bruxelles non fa che incrementare la crisi e la disoccupazione!!! I gruppi industriali saranno come al solito contenti di potersi avvantaggiare di nuove popolazioni disposte a lavorare al ribasso mentre la proprietà si avvantaggerà della tassazione dei paradisi fiscali. Ma cosa aspettiamo a lasciare l'Unione Europea e questo Euro assassino? Nota a piè pagina, l'ultima edizione dello Spiegel sostiene che l'Italia riacquisterebbe competitività e ricchezza abbandonando l'euro. Noi lo sapevamo già, evidentemente solo Renzi e Napolitano non se ne rendono conto. Oppure fanno gli interessi di qualcun'altro?


Redazione Agenzia Stampa Italia

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