(ASI) Secondo la Cgil diventa sempre più necessario rilanciare una politica abitativa che non sia limitata ad incentivare la proprietà ma che guardi e aumenti l’offerta nel mercato dell’affitto.
Mentre è in dirittura d’arrivo il muto agevolato per le giovani coppie che vogliono acquistare la prima casa, promosso dal ministero della Gioventù, in un’analisi del dipartimento Ambiente e territorio della CGIL Nazionale si denuncia la mancanza di misure adeguate per sostenere il mercato dell’affitto mentre è concreto il rischio di povertà per chi acquista un’abitazione.
Secondo il sindacato di Corso d’Italia, infatti, “rilanciare una politica abitativa per il Paese, investendo anche sulle nuove generazioni, significa intervenire strutturalmente in un settore e creare le condizioni perché possano essere fornite risposte a molteplici domande sociali”. Risposte da individuare anche nel mercato dell’affitto che, a detta della CGIL, “a prezzi compatibili può rappresentare una scelta per le famiglie, legata anche a fattori di flessibilità lavorativa e mobilità territoriale, in un Paese che continua a vedere incentivi solo per la casa in proprietà e dove la scelta di decine di migliaia di famiglie di comprare un’abitazione, spesso dettata dall’alto livello dei canoni, ha comportato spesso il ricorso a finanziamenti, di durata sempre più lunga e di importi sempre crescenti, a volte al limite della sopportabilità economica”.
Per la CGIL è concreto il rischio di povertà generato dall’acquisto di un’abitazione. Secondo dati elaborati dall’organizzazione sindacale l’indebitamento per l’acquisto o la ristrutturazione di immobili in Italia ha interessato, nel 2008, il 12,6% dei nuclei familiari, circa 3 milioni di famiglie, con un'incidenza media sul reddito pari al 17,1% con punte del 38% per le famiglie con redditi inferiori a 15mila euro”. Inoltre si rileva come “il 30% delle famiglie con mutuo ha dichiarato nel 2008 di avere difficoltà per il pagamento, ma senza rischi attuali di insolvenza, il 10% notevoli difficoltà mentre il 3% non riesce a rispettare le scadenze. Quasi una famiglia su due attualmente fa fatica o ha forti difficoltà per pagare il mutuo. Inoltre secondo le elaborazioni della CGIL si stima che una famiglia su quattro tra quelle che per abbandonare l'affitto acquisteranno un’abitazione, chiedendo un finanziamento bancario, sarà a rischio povertà, a causa dell’alto livello di incidenza della rata sul reddito disponibile.
Numeri che “impongono il rilancio di una politica abitativa per il paese” che, secondo il sindacato, deve puntare ad “aumentare in modo consistente e strutturale l’offerta di alloggi a canoni sostenibili”. Politiche possibili “rilanciando l’edilizia sociale, con interventi di edilizia sovvenzionata e forme di social housing, con risorse pubbliche integrate a risorse private, attraverso un Piano Casa che possa rispondere a differenti esigenze sociali (giovani, ma anche anziani, migranti, studenti, nuclei unifamiliari), con finanziamenti adeguati e pluriennali, consistente quantitativamente, a canoni compatibili”. Così come secondo la CGIL bisogna agire sul mercato privato “riformando il regime delle locazioni per riequilibrare le dinamiche del mercato” e attraverso “politiche fiscali che incentivino i proprietari di case a immettere sul mercato gli immobili sfitti”.