(ASI) Terni - Nel pomeriggio di oggi, 28 luglio, sotto il sole cocente di Viale Brin a Terni, gli operai delle Acciaierie Speciali, oggi inglobate sotto il marchio tedesco della
Thyssen-Krupp, hanno scioperato in massa contro il piano di smantellamento previsto dall'azienda madre straniera, con la chiusura del secondo forno, e hanno manifestato davanti ai cancelli degli stabilimenti.
Sono a rischio non solo 550 posti di lavoro, ma anche un pezzo storico della filiera industriale italiana. Nel comunicato di Nuova Generazione Operaia (NGO), che ha organizzato l'iniziativa, si denuncia che "la Thyssen-Krupp sta per sferrare l'ennesimo di una serie di colpi inferti contro l'industria italiana negli ultimi tre anni". Gli organizzatori non risparmiano critiche ai "governi non-eletti di Monti, Letta e Renzi", capaci - a loro detta - soltanto di attrarre gli pseudo-investimenti "di sceicchi e predatori, arabi e americani, che stanno ingurgitando interi pezzi da novanta della nostra industria, a buon mercato e in cambio di licenziamenti in massa". Secondo il movimento ternano, le deindustrializzazione in atto nel nostro Paese è accompagnata da "un'operazione chiara", che vede "i principali mezzi di informazione del nostro Paese" impegnati in "una campagna, dettata e indirizzata dai piani alti e dai poteri forti, finalizzata ad un'antistorica esaltazione del turismo e dell'agricoltura, descritti alla stregua degli unici pilastri attraverso i quali l'Italia potrebbe rilanciarsi ed uscire dalla crisi".
Una palese bugia, secondo NGO, "in un pianeta che procede verso tutt'altra direzione, quella della competitività, della produttività, delle capacità energetiche, delle innovazioni infrastrutturali e dell'alta tecnologia". In virtù di questo disegno nemmeno troppo "occulto" dei "poteri forti" del nostro Paese, "le Acciaierie di Terni, da decenni fiore all'occhiello della produzione nazionale", sarebbero sull'orlo del baratro della chiusura proprio perché "rappresentano una nuova tappa verso la definitiva riconversione del nostro Paese a colonia agricola e vacanziera dell'Unione Europea e a poligono militare della NATO".
Un'analisi discutibile e opinabile, certamente, eppure foriera di dati oggettivi tristemente confortati dalle cifre che ogni trimestre i diversi istituti demoscopici, sindacali ed economici del nostro Paese pubblicano.
"Mai come oggi, la difesa dei nostri lavoratori passa attraverso la difesa dei nostri macchinari e dei nostri confini", recita infine il comunicato.
Redazione Agenzia Stampa Italia