(ASI) Vi riportiamo l'intervento in Aula di Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Affari esteri del Senato, sulle linee programmatiche del semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea.
"Signor Presidente del Consiglio, se posso sintetizzare, direi che lei ha chiesto due mandati: uno l'ha avuto il 25 maggio ed è giusto che lei lo abbia ricordato, perché fa parte della modalità con cui ci presenteremo in Europa; l'altro l'ha chiesto questa mattina alla Camera dei deputati e adesso al Senato.
Noi le diamo il mandato per fare una politica diversa, non per andare - come lei ha detto - con il cappello in mano in Europa. Nessuno, infatti, vuole andare con alcun cappello; non perché noi vogliamo scaricare le nostre inadeguatezze sull'Europa o magari trincerarci dietro i facili alibi europei, ma perché pensiamo che l'Europa non si difenda più con l'euroretorica, con l'evocazione dei grandi Padri fondatori del passato, con la nostalgia di quello che siamo riusciti a realizzare, una grande area di pace, libertà e democrazia. L'Europa si difende cambiando profondamente la politica europea.
Oggi siamo ad un bivio. Fino ad ora si è pensato illusoriamente di difendere l'Europa con l'euroretorica: oggi questo discorso non attacca più. Oggi l'Europa si difende dicendo che la politica europea va cambiata, che la stabilità è un valore e che la crescita vale quanto la stabilità.
Forse sarebbe anche il caso di guardare agli Stati Uniti d'America che, con una politica espansiva attraverso la quale hanno prodotti investimenti per la ricerca, lo sviluppo, la tecnologia e l'ambiente, sono riusciti a rimettere in moto l'economia del Paese.
Vogliamo dunque un Governo italiano che vada in Europa e si ponga il problema di cambiare radicalmente la politica europea.
Abbiamo avuto due segnali. Ieri quello della signora Merkel, oggi quello di Hollande, che ha presentato un'agenda per la crescita e il cambiamento. Questo significa che anche la Francia e la Germania, in particolare, si pongono il problema di cambiare la politica europea. Un'Europa che non può essere solo tecnocrazia e burocrazia, ma che si deve far carico di recuperare il rapporto con i popoli europei, che in gran parte hanno creduto al populismo antieuropeo: non dimentichiamolo, perché ci saranno soggetti nuovi nel Parlamento europeo, in grado di cambiare radicalmente anche la politica delle grandi famiglie europee. È da qui dunque che dobbiamo ricominciare.
Vorrei anche fare un riferimento alla visione che i cittadini hanno dell'Europa.
Un'Europa che ci lascia soli rispetto al tema dell'immigrazione clandestina è un'Europa che non è in grado di fare una politica seria di avvicinamento e di creare un nuovo feeling nel rapporto con i cittadini.
Presidente Renzi, l'operazione «Mare nostrum» - come abbiamo detto in quest'Aula 15 giorni fa - è uno strumento eccezionale: non può diventare la normalità. Il tema del coinvolgimento di Frontex deve essere una priorità per restituire credibilità ad un'Europa che sa affrontare certi temi, senza lasciare soli Paesi come l'Italia".
Redazione Agenzia Stampa Italia